di Giorgio BICOCCHI

“Vabbe’, perlomeno stavolta San Siro se lo semo tolto a settembre…”. Nel sarcasmo di un amico di stadio c’è tutta l’amarezza per il quarto stop in campionato. San Siro resta scoglio insuperabile: mica per vincere ma pure per pareggiare. Il Milan soporifero e scolastico del primo tempo lascia spazio, nella ripresa, ad una squadra trasformata. Noi giochiamo una gara pulita per 60’ ma senza verve offensiva. E così il pomeriggio del Meazza si tramuta in un malinconico “vorrei ma non posso”. Ora il Celtic sperando di suturare le ferite. Perché quattro sconfitte in sette gare, sarete d’accordo, sono troppe e zavorrano ogni sogno di ritrovarci in Champions pure il prossimo settembre…




Primo tempo

– Partiamo ordinati e sarà una virtù della intera nostra frazione;

– Zaccagni/Calabria, che bel duello! Mattia sgomma, il terzino rincula. Tutto sotto gli occhi di Spalletti…;

– Nella stessa porta in cui – con Pioli in panchina – segno’ due reti all’Inter, Felipe calcia sull’esterno della rete;

– El Taty, chiederete? Tocca la palla in modo morbido. Concluderà un paio di volte verso Maignan. Ma ci vuole ben altre per creare problemi al “gatto” francese;

– Rovella studia per diventare Leiva. Accorcia, va in soccorso del compagno in difficoltà, reclama il pallone. Motorino instancabile. Ci piace un sacco…;

– Adli, quattro falli in 25 minuti. Massa si benda gli occhi;

– Memore di come ci aveva fregato negli ultimi confronti il Milan abusa del lancio lungo. Ma il nostro quartetto difensivo e’ presente e puntuale;

– Dopo la mezz’ora accusiamo un po’ di problemi. I classici minuti da Lazio. Roba del nostro DNA da decenni. Leao impegna Provedel, il Milan ci ruba lo spazio. Perdiamo qualche pallone sanguinoso nella nostra trequarti;

– Matteo, dove sei? Guendouzi, dopo un inizio promettente, perde smalto. Intanto Ibra, in tribuna, sembra dire: “Con me in campo eravamo già in vantaggio…”

– Nel finale di tempo rischiamo grosso. Provedel su Giraud, poi sulla palla si avventa Reinders che scheggia il palo;

– Sintesi della frazione: buona Lazio ma manca la finalizzazione. Ci beviamo un the consci di ciò che ci aspetta nella ripresa: resta una “partitaccia”…

Secondo tempo

– E’ un’altra musica. Il Milan compassato della prima frazione si trasforma in un plotone d’assalto. Merito di Musah, forse, che nel primo tempo aveva rilevato Loftus;

– Noi perdiamo subito le misure. Zaccagni e’ una trottola ma Felipe si eclissa e non ci sono rifornimenti per Taty;

– Il gol e’ nell’aria. Peccato però che Pulisic concluda indisturbato, senza essere seguito da Guendouzi;

– Col Milan in vantaggio e San Siro che ruggisce le cose si complicano. Soprattutto perché teniamo palla ma abbiamo pochissimo sbocchi;

– Entrano Vecino e Kamada per dare nuovo brio. Ma il problema resta solo uno: non impegnamo Maignan;

– Provedel ci tiene in vita. Sarri prova con Pedro e Ciro a rinvigorire l’attacco;

– Il Milan fa la voce grossa in mezzo al campo. E Tomori nulla concede in difesa;

– Disperatamente inseriamo anche Isaksen. Lottiamo, certo, ma davanti non si punge. Ed e’ difetto grande se si hanno ambizioni…;

– Slalom di Isaksen ma c’è il muro rossonero;

– E quando Leao accelera non ce ne e’ per nessuno. Per Okafor e’ un gioco da ragazzi. Due a zero: Sarri, contro il Diavolo, non va oltre questo risultato…






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