di Giorgio BICOCCHI (foto © Antonio FRAIOLI)

“Mejo due feriti che un morto”, sentenzia con la consueta sagacia romanesca un vecchio abbonato della Monte Mario, uno che vide dal vivo la prodezza di Vito D’Amato contro la grande Inter…




La Lazio, ordinata e mai in completo affanno, manda in archivio il segmento più complicato del calendario. Il quarto posto e’ li, Milan e Napoli non danno certezze, e allora adesso dovremo sfruttare il carnet di impegni che ci attendono. “Semo de rincorsa, a volte è mejo cosi”, ci scrive a fine derby il solito amico ottimista, uno che dorme con lenzuola biancocelesti…

Primo tempo

– Sarri, a 64 anni, in mezze maniche: applausi;

– La Roma parte meglio. Un colpo di testa di Lukaku. Una rasoiata larga di Karsdorp. Marcature a uomo in mezzo. Vorrà dire che sveltiremo la manovra “di prima”;

– E, lentamente, prendiamo il comando delle operazioni. Luis Alberto calcia da fuori area e coglie una clamorosa traversa. Poi Rui Patricio e’ super sull’incursione aerea di Romagnoli;

– Intanto Massa ammonisce Mancini e N’Dicka mentre Pedro viene praticamente malmenato ogniqualvolta ha la palla;

– Il prode Foti, il “vice” di Mourinho, scatena la gazzarra. Sarri gli risponde e si becca il “giallo”. Robetta rispetto a quanto accadde in Lazio-Ipswich;

– Ci prova ancora Luis Alberto su incursione sotto la Tevere di Guendouzi. Peccato davvero perché la palla si alza prima che lui la colpisca. Diventando una sorta di “drop”, se si giocasse a rugby…;

– Sintesi della frazione: Roma arroccata, tignosa e pure fallosa (anche Lukaku – come Inmobile, peraltro – ammonito). Lazio più sicura dal 15emo in avanti. Avremo speso più energie rispetto ai dirimpettai? Probabile. Ma che dobbiamo fare?

– Appendice su Ciro: bella spina nel fianco. Corre, smista, si propone, mai molla. Prima frazione incoraggiante

Secondo tempo

– Perdiamo subito le misure in mezzo al campo. Per carità, Provedel non compirà parate ma sapete… in un derby non avere la palla tra i piedi genera sempre preoccupazioni;

– “Sembramo noi ad ave’ giocato de giovedì!” Ecco, la sensazione è quella. In avanti combiniamo poco. Patric fa un partitone su Lukaku (anche se in una circostanza se lo perde e viene ammonito);

– Guendouzi e Lazzari sprintano sotto la Monte Mario. Ma in attacco mancano brio e idee;

– Sarri cambia, inserisce Vecino. Poi addirittura Kamada al posto di Felipe. Cambiando modulo – seppure in corsa – al terzo anno di Lazio!;

– Immobile si impegna tanto e merita una sufficienza piena. Il Mago già non stava bene prima di entrare in campo e accusa problemi;

– Ecco Isaksen! Sfrontato, spavaldo. Costringerà Spinazzola ad uscire;

– Mourinho gradisce il pari. Da cosa ce ne accorgiamo? Dal fatto che lascia in campo Belotti e El Shaarawy…;

– Nel finale più Lazio che Roma. Con Guendouzi – uno che ci e’ piaciuto molto – che suona la carica;

– Non c’è tempo però per confezionare l’ultimo squillo. Sarebbe stato bello, certo. Due settimane di sosta. Poi, di sabato, ci vedremo a Salerno. Senza Luis Alberto, forse Vecino, chissà Zaccagni: sara’ una partitaccia. Ma se vogliamo tornare in corsa abbiamo solo un obiettivo…






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