di Claudio CHIARINI

Nel calcio, in tanti possono indossare una fascia al braccio e con questo essere definiti Capitàni. Tuttavia sono in pochi ad incarnare davvero il ruolo di Capitano. Cioè di leader del gruppo-squadra.
Ciro Immobile è diventato negli anni uno degli storici Capitani della Lazio. In questo lo si può paragonare al grandissimo Pino Wilson.
La fascia ha però un suo peso.




Il Capitano per prima cosa deve costituire un esempio; poi deve possedere l’autorevolezza per parlare a nome della squadra; infine deve essere in grado, ancor più di tutti i suoi compagni, di mettere da parte l’inevitabile egoismo per riferirsi sempre al bene della squadra. Tale dote, ovviamente, è ben più difficile da maturare se il Capitano gioca nel ruolo di centravanti ed il bomber della squadra.
Ciro in passato si è sempre caricato sulle proprie larghe spalle il peso dell’attacco biancazzurro, anche costretto dal fatto che non ha mai avuto un alter ego all’altezza. Il più efficace, in tutti i suoi anni di militanza laziale, è stato Caicedo, che tuttavia mai è stato considerato dai vari tecnici un suo pari. Quest’anno però c’è una novità: il Taty Castellanos ha subito dimostrato di saper fare la differenza è di saper di essere decisivo.

Ciò, ovviamente, non vuol dire che Ciro debba essere “abbandonato”, come ha paventato Sarri ne dopo Feyenoord. Al contrario: nelle attuali circostanze il ruolo di Immobile può aumentare ancor più di spessore, sia umano che tecnico.
Ciro è stato sempre, ed è tutt’ora, animato da una volontà ferrea, da una cattiveria agonistica che difficilmente gli consente di sbagliare davanti alla porta. Non si è mai tirato indietro, sacrificandosi per la causa anche quando avrebbe avuto bisogno di rifiatare o di guarire con calma da alcuni infortuni. Ma no, Ciro è così: non ci sta. Non si arrende. Si rimette sempre in gioco. Getta in campo ogni sua residua stilla di energia. Fa parte del suo carattere e probabilmente è la caratteristica che lo rende il superbo è impareggiabile bomber che è ed il leader che tutti noi Laziali riconosciamo e apprezziamo.

Adesso però Ciro potrebbe riflettere e realizzare che ha la possibilità di fare un ulteriore salto di qualità. E di consentire di farlo anche alla Lazio.
Ciro adesso ha la possibilità di non dover più forzare i tempi. La saggezza potrebbe dunque suggerirgli che fare a tutti costi petto al cannone, ormai non è più necessario né produttivo, perché adesso c’è chi può imparare a condividere con lui questo ruolo e questo compito.
Ciro ha sempre agito mettendo la squadra al di sopra dei propri interessi. Adesso deve capire che può cambiare solo il modo di realizzarlo: accettando questa fortuna di potersi prendersi il tempo per tornare gradualmente in campo, forte e implacabile come sempre.






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