di Stefano BELLI (foto © Antonio FRAIOLI)

Ora che il pallone ha smesso di rotolare è arrivato il momento di dare i giudizi ai protagonisti di Lazio-Torino, partita che ha visto il ritorno al successo dei biancazzurri nonostante un primo tempo opaco a cui è seguito un secondo tempo decisamente migliore dove sono arrivati i gol che hanno consentito alla squadra di Sarri di strappare i tre punti e allontanarsi dai bassifondi della classifica.




PROVEDEL 6,5 – Al 6′ fa tremare le coronarie dei tifosi biancazzurri con una respinta centrale sul tiro da fuori di Vlašić. Poi deve solo sperare quando Lazaro tenta l’acrobazia. Mezzo voto in più per il primo clean shit stagionale.

LAZZARI 6,5 – Fatica a contenere Lazaro, poi nella ripresa si inventa dal nulla la progressione da cui scaturisce l’assist per il gol di Vecino che sblocca una partita complicata per usare un eufemismo. Quando siamo agli sgoccioli si arrende ai crampi. (dall’80’ HYSAJ s.v. – Fabbri prova ad accollargli un calcio di rigore che non sta né in cielo né in terra. Palla che sbatte sul fianco, per fortuna ci pensa il VAR a fare giustizia)

CASALE 6 – Al 17′ va vicino al gol su calcio d’angolo con una conclusione di poco sopra la traversa, successivamente regala un pallone sanguinoso a Zapata che a momenti si invola verso la porta.

ROMAGNOLI 6,5 – La solita partita ordinata, senza errori, sotto i suoi ordini la difesa biancazzurra non vacilla mai davvero.

MARUSIC 6,5 – Fa rinculare i granata che sulle corsie esterne trovano pane per i loro denti e devono inventarsi qualcos’altro per sfondare.

VECINO 7 – Qualche buona lettura in fase difensiva ma la cosa più bella la fa al 56′ quando prende il tempo a Bellanova e devia in rete la palla deliziosa che gli ha messo in mezzo Lazzari (dal 74′ GUENDOUZI 6,5 – Difende ogni singolo pallone con maestria, da campione consumato; mezzo voto in più per il siparietto nel finale con l’aquila Olimpia)

ROVELLA 7 – La grande novità della serata è il debutto da titolare dell’ex-Monza che si mette in evidenza con una bella chiusura su Vlasic alla mezz’ora. La sua personalità e le qualità da regista stanno cominciando lentamente a emergere, se continua a migliorare e a trovare il top della condizione per Cataldi si prospettano una lunga serie di panchine.

LUIS ALBERTO 6 – Nel primo tempo non ne azzecca tra una palloni persi e passaggi sbagliati (anche i più basic che ti insegnano il primo giorno di scuola calcio), l’unica cosa decente che fa è pennellare un cross su punizione per Immobile – anticipato da Lazaro. Qualche leziosismo di troppo nella metà campo biancazzurra anche nella ripresa, in cui però sale decisamente di tono.

FELIPE ANDERSON 7 – Quantomeno rivedibile l’intesa con Lazzari nel primo tempo, i due si trovano invece a meraviglia nella ripresa quando confezionano l’assist per Vecino. La magia vera la fa al 76′ quando inventa un corridoio perfetto per il raddoppio di Zaccagni.

IMMOBILE 6 – Anche stasera dimostra di non avere lo smalto e la reattività dei bei tempi, è come la Metro B: arriva sempre in ritardo. Gli avversari prevedono fin troppo facilmente ogni suo moviment. Merita la sufficienza per l’impegno, ma si spera torni quanto prima a graffiare (dal 74′ CASTELLANOS 6 – Sfiora il tris con una rovesciata che avrebbe venire giù l’Olimpico e tutto il quartiere di Monte Mario, speriamo per lui non sia questa la sliding door della stagione)

ZACCAGNI 6,5 – Poi deve spiegarci cosa voleva fare con quel cross sul secondo palo dove non c’era nessuno nei paraggi. Si fa perdonare con gli interessi quando sfrutta alla perfezione l’unica vera palla gol che gli capita tra i piedi nei novanta minuti. (dall’80’ ISAKSEN 6 – Un paio di iniziative molto interessanti per il danese che nel finale va il doppio degli altri)

ALL. SARRI 6 – Continua a dare poco spazio ai nuovi acquisti (solo Rovella in campo dal primo minuto, in corso d’opera Guendouzi, Isaksen e Castellanos) nonostante i tanti impegni ravvicinati. Squadra al limite dell’inguardabile nel primo tempo, che si sblocca soltanto dopo il gol di Vecino quando il Torino non ha più nulla da difendere e concede più spazi. Alla fine arriva una vittoria fondamentale e pesantissima, ma sul piano del gioco si può e si deve fare meglio di così.






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