di Giorgio BICOCCHI

6 gol subiti in 4 gare (peraltro uno in meno di noi…): non dovevamo consultare i dati dell’attuale classifica per accorgerci che il Monza gioca e, soprattutto, lascia giocare. Un bene per la balbettante Lazio di quest’inizio di stagione? Forse si, forse no, invece, se i brianzoli dovessero dimostrarsi più freschi e più in palla di noi, zavorrati come siamo dalla sfida di martedì sera contro l’Atletico.




Già perché la terza gara in una settimana è sempre stata – lo sapete – una sorta di supplizio di Tantalo rapportato ai nostri giorni. Ecco, il primo tabù da sfatare sarà allora proprio quello: dimostrare coi fatti che una rosa arricchita di alternative è capace di schivare l’imboscata nel terzo impegno di fila settimanale.

Poi c’è un altro pericolo (stavolta inconscio) da evitare con cura. Quello, ovvero, che – avendo impattato con l’Atletico – la gara contro il Monza sia inevitabilmente priva di bucce di banana, non complicata, quasi un passaggio prima dei successivi impegni contro Toro e Milan.

Basta ripassare mentalmente la partita dello scorso novembre per capire, invece, che la squadra di Palladino non scenderà dimessa all’Olimpico: qualche mese fa vincemmo solo grazie ad un tap-in di Romero dopo una presa incerta di Di Gregorio. E anche al ritorno, pur sostenuti da oltre 3000 Laziali, in fondo sbloccammo la gara solo su punizione.

Insomma il Monza è complesso da prendere con le molle, figurarsi per l’enigmatica Lazio di questo inizio di annata. Vero, mancherà per squalifica una colonna difensiva come Caldirola ma Izzo e Pablo Mari sono centrali esperti e vaccinati. A metà campo c’è il “cervello” Pessina, affiancato dai muscoli di Gagliardini. Ciurria è uno da tenere d’occhio. E, davanti, il tandem Mota-Colombo coniuga spunti di classe a sgroppate di potenza e assist e/o conclusioni in acrobazia.

Il dubbio, poi, è che Lazio troveremo. Quella svagata di Torino o quella mentalmente presente (per tutta la gara…) di martedì scorso? Pleonastico sottolineare che un successo (ci porterebbe a 6 punti, in fondo a -2 dal bottino raccolto nello scorso torneo dopo 5 sfide…) sarebbe se non scacciacrisi quanto meno corroborante. Non prevalere, invece, sarebbe come scivolare in un autentico buco nero, dalle conseguenze oggettivamente difficili da prevedere.

Ci prepariamo a vivere insomma una partita da vincere a tutti i costi: grazie ad un rimpallo, un autogol, un colpo di stinco, spalla o pancia. E poco importa se sarà Ciro o un altro interprete a darci i tre punti. Ci servono come il pane…






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