di Giorgio BICOCCHI
Il quesito è ovvio: ma se il Cluj non è stato capace di calciare verso la porta neppure giocando 80 minuti complessivi in superiorità numerica, come si può pensare che possa rimontarci? Ecco – pur comprendendo la liceità dell’interrogativo – avendo visto dal vivo la gara di sette giorni fa – questa sensazione di una eventuale replica dell’impotenza offensiva rumena va scacciata in fretta. Perché l’Europa è sempre un palcoscenico misterioso, perché la Lazio, nelle ultime trasferte infrasettimanali di Coppa, mai ha brillato, incassando belle fregature, perché le insidie – qua e là, tra terreno di gioco e terna arbitrale (ripensando al direttore di gara dell’andata…) – abbondano.
Certo, segnassimo nel primo quarto d’ora metteremmo il Cluj con le spalle al muro, chiamandolo all’attacco a pieno organico, a quel punto ancora vulnerabile con le nostre giocate di rimessa. Fondamentale sarà iniziare la gara corti, compatti e concentrati, facendo girare la palla con ritmo e velocità. Senza subire pericoli con i prevedibili “lancioni” del Cluj che, se non disinnescati a dovere, potrebbero metterci in imbarazzo nella gestione delle “seconde palle”.
Insomma, come i classici archetipi delle gare europee, bisognerà essere lucidi nel fraseggio e letali in attacco. Colpendo appena possibile, senza abbandonarsi al tiki-taka sterile e poco produttivo. Mai dimenticarsi poi che giocheremo con diverse, importanti risorse ai box: Romagnoli, Patric, Pedro. Occorrerà aiutare Gila, che tornerà a giocare titolare in Europa, e magari evitare proteste con l’irascibile arbitro tedesco che l’Uefa ha spedito in Transilvania…
Insomma, seppur rabberciata, una Lazio con la testa sulle spalle, desiderosa di tornare a vincere in trasferta, dovrebbe avere pochi problemi a schivare l’imboscata. Sarebbe importante alimentare la mini-serie positiva iniziata una settimana fa. Aspettando poi con curiosità il sorteggio degli ottavi di finale. D’accordo, è la Conference. Ma questo abbiamo… E mica conviene fare gli schizzinosi…
