È una partita nella partita, di quelle che non iniziano e probabilmente non finiscono in campo, caricata di un significato quasi estremizzato dalla Lazio all’assoluta ricerca della sua identità. Una caccia che non può perciò esaurirsi in 90 minuti, da giocare – tanto basta, da giocare – dalla Lazio. Lo striscione che accoglie gli 11 di Sarri è semplice ed eloquente: “NOI VOGLIAMO 11 LEONI”, dice, e rimane esposto per tutta la durata della gara, ad imperituro monito. E se non trattasi di leoni, che siano almeno volpi scaltre, felini veloci, serpenti pronti ad insinuarsi tra gli spazi della Cremonese per mordere al momento giusto.
La partita inizia intensamente: la Lazio sa di dover fare bene e subito, soprattutto per gli oltre tremila supporters biancazzurri giunti al seguito. Pressing e tentativi di ripartenza rossogrigi, che al 4’ con Valeri trovano pure la via del tiro in porta. Voglia di far valere il merito encomiabile, quasi un’iniezione di motivazione per la Lazio che non può non reagire. E allora con il cinismo di un’aquila in volo che punta la sua vittima, Immobile già al 7’ impone le gerarchie di caccia e di territorio delle due squadre in campo. La scarpa d’oro manda in rete il filtrante strategico di Milinkovic, annullando la resistenza dei padroni di casa, già resa al primo attacco.
Si prova il metodo contenitivo: far reagire la Cremonese sapendo di poterla controllare in un perimetro chiuso dal centrocampo biancazzurro. E così è, in effetti: al 20’, dopo minuti di attesa e attenta valutazione, l’arbitro assegna un rigore per fallo di mano di Lochoshvili sul tiro di Immobile. Penalty trasformato e Lazio in versione “minima spesa, massima resa”: doppietta per Immobile e una squadra che dimostra, ancora, di esser dominante se ne ha voglia.
L’integrità della partita – e anche il metodo, diverso ma simile, di preparazione dei due allenatori – si perde già al 25’, convertendosi in una maggiore aggressività della Cremonese. A farne le spese è Chiriches, che al 28’ lascia il campo a Bianchetti. La Lazio sfrutta ogni disattenzione rossogrigia, di cui una clamorosa al 34’: poco dialogo tra il portiere Radu e il reparto difensivo, ne approfitta Immobile che serve un pallone invitante a Felipe Anderson. Il tiro del 7 è debole e deviato; i biancazzurri mancano (un po’ clamorosamente) l’occasione dello 0-3. È però assedio Lazio: la Cremonese non è più uscita dalla sua metà campo, costretta spesso a portare 7 uomini all’interno della propria area di rigore.
Solo la fascia di Hysaj è più insidiabile: lo capisce Dessers che al 37’ esplode un diagonale che sfila però sul fondo, dando inizio ad un mini-assalto Cremonese che si esaurisce al calcio d’angolo tirato fuori.
Quattro minuti di recupero per una prima frazione di gioco che potrebbe, in realtà, scivolare già nel riposo per il Cremona. E invece la Lazio mette il punto con il gol numero 3, siglato da Milinkovic, foriero di un vantaggio comodo e baciato dal sole.
C’è da far trascorrere altri 45’, così decretano anche quelle partite che invece potrebbero chiudersi per risultato raggiunto. E invece la Lazio torna in campo, non cambiando nessuno dei suoi, tentando di applicare quella regola taciuta ma tramandata che autorizza la perdita di tempo e il sentimento della noia. Sentimenti contrastanti e, forse meglio, opposti alla Cremonese: l’imperativo rossogrigio è il tentativo di recuperare lo svantaggio, ridurre il passivo. Ci prova già al 4’ Sernicola che impegna d’istinto Provedel e Patric, con ribattuta di schiena del difensore.
Risponde immediatamente la Lazio, sbagliando a sua volta tutto lo sbagliabile: Immobile ed Anderson, soli davanti a Radu, non trovano la rete.
Vigoria da entrambe le parti: la Cremonese aggiunge valore alla sua prestazione giocando con entusiasmo; la Lazio non sottovaluta l’impegno. Anzi: all’11 manda dentro un duo di cambi stellare, da Romagnoli che prende il posto di Casale, a Pedro che rileva Zaccagni – ma Immobile continua a fallire occasioni che avrebbe potuto agevolmente trasformare.
Al 20’ è tempo di Luis Alberto al posto di Vecino, ma è una fase del gioco statica e poco efficace. Lanci lunghi a tagliare il campo, passaggi sterili e poca costruzione.
La Cremonese si affida alle iniziative personali dei suoi, tra cui Sernicola: la manovra dei padroni di casa si arresta però a causa del filtro difensivo biancazzurro, intenzionato a mantenere l’imbattibilità. Provedel nega l’esultanza a Valeri su prodezza in rovesciata.
La squadra di casa cerca insistentemente il gol, nella speranza che al 30’ sia sufficiente – se non a riaprire la partita – a dare un senso ad una buona prestazione. Prima Zanimacchia e poi Bianchetti, ma il portierone biondo le prende tutte e crea una nuova necessità: quella di chiudere non solo la porta ma la partita, per evitare qualsiasi velleità.
Lo ascoltano Luis Alberto, Immobile e Pedro al 34’: il numero 9 di fredda precisione tira e supera Radu, superando anche il destino di questa gara.
E mentre i minuti scorrono ed importa solo per la regolarità, la Lazio non solo vince ma convince sulla sua instabilità: spietata in campionato, concentrata e lucida, razionale fino alla vittoria; svogliata a volte, al limite del gusto sadomaso o di un voto all’umiliazione poco sacro e molto profano. Riflessioni interrotte da uno sfortunato palo di Romagnoli, su angolo battuto da Luis Alberto – manca la ciliegina sulla torta, ma il composto è buonissimo.
I tre minuti di recupero sono vigilia di festa biancazzurra, esplosa per le attese ma più morigerata per le aspettative.
CREMONESE-LAZIO 0-4, IL TABELLINO
CREMONESE (3-4-1-2): I. Radu; Aiwu, Chiriches (28′ Bianchetti), Lochoshvili (46′ Vasquez); Sernicola, Meite (63′ Pickel), Escalante (46′ Ascacibar), Valeri; Zanimacchia (80′ Milanese); Okereke, Dessers. All.: Massimiliano Alvini.
LAZIO (4-3-3): Provedel; Hysaj, Patric (78′ Gila), Casale (57′ Romagnoli), Marusic; Milinkovic (78′ Basic), Cataldi, Vecino (67′ Luis Alberto); Felipe Anderson, Immobile, Zaccagni (57′ Pedro). All.: Maurizio Sarri.
ARBITRO: Daniele Orsato (sez. di Schio).
AMMONITI: 39′ Casale (L), 73′ Vasquez (C), 77′ Sarri (L).
RECUPERO: 4′ pt, 4′ st.
MARCATORI: 7′ e 21′ rig. Immobile, 45’+2′ Milinkovic, 79′ Pedro.