di Alessandro DE CAROLIS

Ecco le pagelle di Lazio-Napoli, match valido per il 19° turno della Serie A. Sugli scudi Immobile, Strakosha e Luis Alberto. Ma tutta la squadra questa sera merita di essere messa sul piedistallo,  con Inzaghi che ormai è nella storia della Lazio.

Strakosha 8: disinnesca due o tre situazioni molto insidiose. Dice di no a Insigne prima su punizione e poi su un diagonale. Legge bene ogni intervento. Ha trovato una continuità pazzesca. Al 85’ si allunga e devia in angolo la botta dalla distanza di Milik. Al 89’ leva un gol quasi fatto a Insigne andando a terra con una reattività pazzesca.

Luiz Felipe 7,5: decisamente meglio dopo la trasferta al Rigamonti. Dimostra di esser stato un incidente di percorso tornando su suoi soliti livelli altissimi. È di certo il futuro del reparto difensivo biancazzurro. Altra scommessa vinta da Tare.

Acerbi 8: partita da vero leader. Annulla Milik praticamente costringendolo alla conclusione dalla distanza. È ovunque, aiuta i suoi compagni di reparto e aiuta nella costruzione del gioco. Non ci sono più parole per descriverlo.

Radu 7.5: dopo anni e anni di confronti persi con Callejon, è arrivata finalmente la rivalsa del difensore romeno. L’esterno spagnolo non ha visto praticamente mai la palla a dimostrazione della partita “monstre” del numero 26 biancazzurro.

Lazzari 7.5: purtroppo nel complesso viene ancora servito poco per quante volte che l’esterno si propone ai compagni. E’ un motorino perpetuo, quando ha possibilità di sgasare sulla destra sono guai per tutti. Mario Rui è stato sverniciato senza pietà, tanto da non farlo dormire stanotte.

Leiva 7: un muro, una diga. Quando c’è lui la squadra ha una solidità incredibile. Prende per mano il centrocampo biancazzurro recuperando un’infinità di palloni. Ha corso così tanto dal primo all’ultimo minuto, che nel finale è dovuto uscire, ma tra gli applausi scroscianti (dal 81’ st Berisha 6.5: una sufficienza più che piena per il piglio messo in pochi minuti di gioco. Ha portato freschezza e sostanza a centrocampo, rincorrendo ogni avversario con un’intelligenza tattica mai vista nel centrocampista kosovaro)

Milinkovic 7.5: partita molto convincente. Ci mette il fisico, è un faro per tutti e fa soffrire molto il centrocampo partenopeo. Primo tempo sontuoso, nella ripresa ha stretto i denti, avendo finito la benzina negli ultimi venti minuti. Non a caso con l’uscita di Caicedo è stato lui ad avanzare vicino a Immobile per dare più peso offensivo e correre meno, dando così spazio alla freschezza di Cataldi

Luis Alberto 8: il mago non ha segnato né fatto assist, ma è stato comunque uno dei migliori in campo. Primo tempo ottimo, ma la ripresa è stata superlativa con degli strappi offensivi a spaccare la partita. Per essere fermato doveva essere raddoppiato se non triplicato. Il mago ha illuminato alla grande il gioco offensivo biancazzurro (dal 90’ st Jony: s.v.)

Lulic 8: partita quasi perfetta del capitano biancazzurro. Svolge in maniera ottima entrambe le fasi. In difesa aiuta Radu nel contenere Callejon. Quando riparte mostra un dribbling e uno scatto ormai dimenticati. Ha ritrovato una nuova gioventù.

Caicedo 7: nel primo tempo fa le cose più importanti. Serve più volte Immobile, nei primi minuti con tocchi pregevole mandandolo in porta. Giocatore prezioso, che ha ribaltato ogni giudizio negativo. Essenziale per le sponde e nel far salire la squadra (dal 64’ st Cataldi 7: anche oggi ripaga la fiducia che Inzaghi gli sta dimostrando. Entra per dare più sostanza al centrocampo e lo fa nel modo migliore).

Immobile 9: 20 gol stagionali in 18 partite (in attesa di Lazio-Verona), nessuno come lui nella storia della Serie A. Numeri da alieno. Il vero bomber si vede quando va a segno anche con poche occasioni. Lesto e furbo nel pressare Ospina senza fare fallo. Prende la porta in posizione non facile, con un tocco delizioso e in un momento in cui le gambe cominciavano a pesare assai (all’82’).

All. Inzaghi 10: Dieci come le vittorie consecutive. Nessuno come lui nella storia della Lazio. Sorpassato pure il suo mentore Sven Goran Eriksson (9 vittorie). Non ci sono più parole per descrivere il suo lavoro. Due coppe in un anno solare e una striscia incredibile, che da questa sera fa sognare in grande. Si, dopo oggi la parola scudetto non deve e non può più essere un tabù.

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