di Fabio BELLI (foto © Antonio FRAIOLI)

E’ più facile parlare di chi parte piuttosto di chi arriva. Il futuro, a leggere i giornali, in casa Lazio è tutto un fazzoletto sventolato alla stazione, tra lacrime e rimpianti. I nomi di mercato sono solo quelli degli altri, i contratti di Keita e De Vrij sono in scadenza solo quando si gioca contro la Juve, l’Inter, il Milan, e naturalmente nel derby. Se ne parla in maniera funzionale, prima di Lazio-Palermo non serve, ad esempio.




Tanto che spesso ci si scorda anche di chi tornerà per forza, perché la Lazio l’ha lasciata già col biglietto di rientro in tasca. Simone Palombi è uno dei tanti gioielli che un settore giovanile sin troppo sottostimato come quello della Lazio ha lanciato negli ultimi anni. Fa parte di quel gruppo che Simone Inzaghi ha raccolto da campione d’Italia, ma ha poi condotto attraverso altre strabilianti imprese. E la figura del tecnico è centrale: ha lanciato Strakosha, ha riportato Lombardi nel grande calcio, ha dato fiducia cieca a Murgia contro le big, ha rivoluto Crecco contro ogni pronostico, per non parlare del lavoro fatto con Keita che era però già in prima squadra quando lui arrivò a guidare la Primavera.




Viene da ridere a pensare che un tecnico così attento ai suoi fedelissimi non stia osservando attentamente quanto sta accadendo a Terni. Sabato scorso noi c’eravamo, e abbiamo visto Simone Palombi forse nella sua giornata migliore. Un piccolo Romario di Tivoli che si portava dietro un bagaglio di cinquantacinque gol siglati con la Primavera biancazzurra in tutte le competizioni ufficiali (novantadue presenze tra Primavera, Coppa Italia, Fasi Finali e play off e Viareggio Cup). Eppure in rossoverde, in una gestione definita “scellerata” da chi frequenta la tribuna stampa allo stadio Liberati, Palombi era rimasto in naftalina, troppo acerbo per i vecchi cani della Serie B.




Acerbo un corno: Fabio Liverani, altra vecchia conoscenza laziale, gli ha dato piena fiducia e i gol sono arrivati a grappoli. Al momento sono otto, per una Ternana ancora nel pieno della zona retrocessione ma che spesso e volentieri si è avvalsa delle prodezze del classe ’96 per togliersi dai guai. Immarcabile sabato scorso per la difesa del Frosinone, Palombi ha realizzato una doppietta da ricordare. Due reti perfette per istinto ed esecuzioni, entrambe di testa, ma anche frutto di un lavoro tra fughe in velocità e duetti col compagno di reparto Avenatti che fanno pensare ad un bagaglio tecnico ereditato direttamente dagli insegnamenti di mister Inzaghi.




Il messaggio di Palombi è stato lanciato: “A casa tutto bene.” C’è ed è pronto a ripresentarsi ad Auronzo con la voglia di riprendersi la Lazio, come già fatto dagli ex compagni di Primavera. L’agente Andrea Manfredonia lo segue con attenzione ed ha recentemente citato la Lazio come esempio virtuoso per le altre società, per gestione e cura dei giovani. Ma per ora non se n’è accorto nessuno, tranne chi lo conosceva già: poco male, la strada da Terni è breve e quella verso Auronzo è già tracciata.






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