di Fabio BELLI

Tutto il resto è circo. Che è un po’ il contrario di noia, considerando che comunque lo sfottò è il sale del derby. Ma resta il fatto che, sfogliando l’album dei ricordi, non c’è davvero niente di nuovo sotto il sole.




L’avevamo detto in tempi non sospetti, quando il derby era stato perso davvero, non nel modo dolce e paradossale di mercoledì, quando dopo il gol del 3-2 di Salah la festa è stata tutta biancazzurra, tutta la notte. Ma dopo lo 0-2 di campionato non erano mancati i motivi di recriminazione e polemica, dai gestacci di De Rossi al caso Strootman.

E ora tocca a Francesco Totti, autore di un gesto di stizza, poco elegante sicuramente per quanto si possa discutere sul web, come spesso accade quando un video diventa virale. Non è la prima volta che il capitano dall’altra parte perde le staffe, così come non è la prima volta che i calciatori giallorossi si lasciano andare a previsioni sin troppo ottimistiche. Nainggolan docet.




Eppure, non c’è stato derby vinto dalla Lazio che non abbia fatto strisciare polemiche successive a quanto accaduto in campo: capitò anche dopo il derby vinto con gol di Di Canio nel 1989, e sedici anni dopo il saluto romano sotto la curva dell’attaccante del Quarticciolo fu subito messo in primo piano rispetto al tre a uno rifilato dalla Lazio ai cugini.

E perché, quando si parlò della fontana previamente riempita di urina quando Delio Rossi celebrò con un tuffo il tre a zero del dicembre del 2006? E le risse in campo e la lite Spalletti-Tare dopo il quattro a due del 2009? Per non parlare delle scritte che offesero sui muri della città Vincenzo Paparelli e Gabriele Sandri dopo il 26 maggio.

Per ogni derby vinto dalla Lazio, c’è uno strascico, un po’ di veleno nella coda, una reazione infantile. Ora si parla di una possibile sanzione per Felipe Anderson che avrebbe apostrofato il capitano avversario, dopo l’improvvida “pallata”.




Lo sapete per una volta cosa diciamo noi? Che parlino, che sbraitino, che scalcino e piangano con strilletti acuti come fanno i bambini nel cortile dell’asilo. Conta solo il campo, la squadra più forte dell’universo, con il giocatore più forte di tutti i tempi, col centrocampista che vale 100 milioni di euro e che sa come finiscono le partite prima di giocarle, è stata eliminata, così come fu battuta il 26 maggio, quando questa superiorità totale poteva tranquillamente essere espressa sul campo alzando al cielo un trofeo.




Conta solo ciò che accade in campo, e il campo dice che la Lazio è stata più forte. Stop. Per tutto il resto, ormai basta essere preparati. Il 30 aprile, salvo anticipi o posticipi, ci sarà un altro derby: dopo averci schizzato l’acqua e tirato la palla, mo’ rubateci i Lego…



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