di Fabio BELLI

Paura all’inizio, paura alla fine: è il primo aprile ma sembra Halloween, ma alla fine lo “scherzetto” riesce solo ad Inzaghi. Vittoria importantissima, sessanta punti raggiunti e derby da giocare al massimo dell’umore. Non era facile col pensiero di martedì passare in casa di un Sassuolo come previsto ostico e frizzante, sempre motivato per i tanti giovani cresciuti dall’altra parte del Tevere. La Lazio ha però la forza di ribaltare un match complicato e di resistere alla fine, riprendendosi con un pizzico di fortuna quel che la malasorte gli aveva tolto a fine primo tempo.




FORMAZIONI – Unica concessione al turn over da parte di Simone Inzaghi in vista del derby, Basta risparmiato sulla fascia desta. Al suo posto c’è Patric, De Vrij è regolarmente in campo al fianco di Hoedt al centro della difesa, a centrocampo Parolo (che salterà il derby per squalifica) è affiancato da Biglia e Milinkovic-Savic. Keita parte dalla panchina, in attacco c’è Lulic con Immobile e Felipe Anderson. Nel Sassuolo tridente Berardi-Defrel-Politano, c’è Aquilani in cabina di regia e Lirola e non Peluso sulla destra in difesa.




STRAKOSHA HORROR PICTURE SHOW – Nella prima metà del primo tempo sembra di rivedere la Lazio di Cagliari. Assolutamente censurabile, eppure passato il 25′ i tifosi della Lazio rimpiangeranno quella tranquillità. La squadra di Inzaghi si esprime sotto ritmo, il pensiero di martedì c’è e si vede nonostante le dichiarazioni di rito. Il Sassuolo sornione attende la fiammata giusta che arriva al 25′: Strakosha esita nell’uscita così come era già avvenuto in precedenza, Berardi lo infila e subisce un netto fallo. Ammonizione per il portiere albanese e lo stesso Berardi trasforma dal dischetto il rigore. Subito dopo, Defrel supera come un treno De Vrj e piazza il pallone a un centimetro dal palo. Sarebbe stato un uno-due micidiale, col raddoppio sfiorato successivamente dagli emiliani con un insidioso diagonale di Lirola.




FELIPE SI ACCENDE, IMMOBILE RISPONDE, CANNAVARO JEEG ROBOT – La Lazio semplicemente non c’è, e intorno al 40′ il Sassuolo può anche specchiarsi in un giro palla da Real Madrid, col possesso sistematicamente di marca emiliana. Specchiarsi però, si sa, nel calcio non serve a molto. A Felipe Anderson, dopo 42′ totalmente ai margini del gioco, basta una fiammata, slalom fra tre avversari e cioccolatino servito a Immobile che fa diciotto in campionato, eguagliando Rocchi come miglior marcatore in una stagione di Serie A nell’era Lotito e realizzando l’1-1 con grande freddezza. Subito dopo ancora Anderson con un tocco delizioso smarca Patric che non trova però la misura giusta per il cross basso. Al 44′ Lirola sbaglia, Lulic ha una prateria davanti e il bosniaco serve Immobile a centro area. Conclusione a botta sicura deviata, poi Cannavaro si inventa una mossa alla Jeeg Robot: rovesciata scaricata sulla traversa e la Lazio non riesce per un millimetro a ribaltare clamorosamente la partita prima dell’intervallo.




PAURA E DELIRIO (E TRE PUNTI) AL MAPEI – Nel secondo tempo la Lazio inizia con buon piglio, ad un altro ritmo rispetto allo scialbo primo tempo. Non arriva però il guizzo giusto in avanti, ed Inzaghi inserisce Keita e Lukaku per Lulic e Hoedt, con l’olandese che non gradisce per nulla. Così come non gradisce Felipe Anderson, segno forse di un nervosismo pre-derby difficile da contenere, quando il brasiliano nel mezzo deve fare posto a Lombardi. Nel mezzo, ottimi primi venti minuti per la Lazio, poi il Sassuolo sale di tono con l’ingresso in campo di Duncan. Immobile scalda i guantoni di Consigli, Milinkovic-Savic ci prova da posizione defilata ma per il gol bisogna attendere il 38′: gran giocata di Keita, un po’ in ombra fino a quel momento, pallone delizioso per Lombardi che gudagna il fondo e mette nel mezzo una pallina da flipper che Acerbi scarica nella propria rete.




SCUSI, CHI HA FATTO PALO? – La giornata, come dicevamo all’inizio, è difficile, e anche quando sembra fatta, il Sassuolo sfiora il due a due. Allo scadere pallone d’esterno pazzesco di Duncan per la testa di Pellegrini: il colpo di testa dell’ex giallorosso è perfetto, sin troppo col l’incrocio dei pali che nega il gol agli emiliani a Strakosha battuto. 4′ di recupero e un altro pallone perfetto capita a Berardi, che non scarica dritto per dritto da ottima posizione ma tenta un diagonale sbilenco. Tre punti di platino e ora si può davvero pensare al derby, visto che la partita, soprattutto nel secondo tempo, non ha concesso spazio a distrazioni. Ma Inzaghi questo lo sapeva già.




IL TABELLINO

Marcatori: 26′ rig. Berardi (S), 42′ Immobile (L), 83′ aut. Acerbi (L)

SASSUOLO (4-3-3): Consigli; Lirola, Acerbi, Cannavaro, Dell’Orco; Pellegrini, Aquilani, Missiroli (64′ Duncan); Berardi, Defrel (70’Matri), Politano. A disp. Pomini, Pegolo, Letschert, Peluso, Antei, Adjapong, Sensi, Mazzitelli, Iemmello, Ragusa. All. Eusebio Di Francesco

LAZIO (4-3-3): Strakosha; Patric, de Vrij, Hoedt (58′ Lukaku), Radu; Parolo, Biglia, Milinkovic; Felipe Anderson (79′ Lombardi), Immobile, Lulic (58′ Keita). A disp. Vargic, Borrelli, Basta, Wallace, Bastos, Crecco, Murgia, Luis Alberto, Djordjevic. All. Simone Inzaghi

Arbitro: Giacomelli (sez. Trieste).

Ass: Valeriani-Peretti. IV: Crispo. Add: Pairetto-Abisso.

NOTE. Ammoniti: 5′ Lulic (L), 26′ Strakosha (L), 32′ Pellegrini (S), 33′ Hoedt (L), 89′ Lirola (S), 89′ Keita (L) Recupero: 1’pt; 4′ st.




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