di Giorgio BICOCCHI 

Cosa fare per schivare questo derby, per tenere viva la fiammella europea da qui a fine maggio? La parola d’ordine è una: restare corti, non prestare il fianco alle ripartenze della Roma. Insomma, guai se rivedessimo la dinamica che ha consentito alla Juve di sbloccare la semifinale di andata di Coppa: un pressing mal congegnato, adottato pure senza molta convinzione, il centrocampo mal presidiato, la difesa che non sale e non accorcia.




Al netto di questi ragionamenti a tavolino e’ forse la Roma a rischiare di più in questa stracittadina di aprile. Perché i due punti lasciati a Lecce sono stati pesanti in ottica-Champions e perché non vincere sarebbe forse il viatico peggiore per preparare poi le dure sfide finali.

Per il resto ci aspettiamo un centrocampo con Guendouzi e uno tra Vecino e Cataldi, con Marusic e Felipe sugli esterni. Si è capito dalle prove tattiche che Kamada sarà in campo, che Luis Alberto partirà dalla panchina e che Isaksen o Pedro saranno i due trequartisti. Una Lazio insomma che cercherà di sopperire alla mancanza forzata di Lazzari e Zaccagni (gli unici, dai due versanti, in grado di creare superiorità numerica) col fraseggio e le incursioni di Felipe, Kamada o Isaksen o Pedro. Chiederete: e davanti chi mettere? Noi schiereremmo Ciro, senza ombra di dubbio. Provando poi nella ripresa a sganciare Taty, magari mettendolo proprio accanto a Immobile.

Servirà una gara piena di attenzione. Concentrati su spioventi e calci d’angolo, ad esempio, la specialità di Trigoria. Dando più di un occhio a El Shaarawy, uno che forse temiamo più di Lukaku. Mai, comunque, far girare verso la porta di Mandas il belga; così facendo azionerebbe la progressione e sarebbe un problema limitarlo. Ovviamente raddoppiando pure su Pellegrini e Dybala (e qui il “lavorone” si chiederà a Vecino).

A noi possono star bene due risultati su tre: pure balbettante ed enigmatica come e’, questa Lazio sarebbe poi in grado di fare bene nelle restanti otto gare. Non è una situazione psicologica di poco conto se è vero che, dall’altra parte, De Rossi dovrà anche gestire il suo primo derby in panchina. E partire con una sconfitta (ma pure un pareggio…) – in considerazione delle grandi aspettative che tutti i tifosi della Roma ripongono in lui – non sarebbe certo evento da augurarsi… Poi ci sarebbe da parlare di Guida, Irrati e Maresca, tutti insieme appassionatamente. Ma, oggettivamente, ne abbiamo poca voglia. Augurandoci caldamente, invece, che non diventino decisivi con più fiaschi che fischi…






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