di Giorgio BICOCCHI

Vedi che vuol dire passare sempre la palla all’indietro, il tiki-taka esasperato? Magari senza il suicidio di Marusic avremmo perso lo stesso ma stendere su un tappeto la vittoria all’Inter ha stranito alquanto…
Nerazzurri vittoriosi col minimo sforzo. D’altronde la Lazio di quest’anno è questa: praticamente mai pervenuta da metà agosto ad oggi. Altrimenti le 9 sconfitte (si, mettiamo nel conto pure i due stop in Champions…) in tre mesi e mezzo di stagione non si sarebbero malinconicamente verificate…

Primo tempo

– La Curva Nord ci mette un paio di minuti a capire che in campo c’è Acerbi.  E allora giù fischi…

– Noi giocheremo venti minuti ottimi. In cui funzionerà la catena di destra e il centrocampo terra’ botta. L’Inter? E’ sorniona come sole grandi squadre sanno essere. Ci aspetta…;

– “Aho, ma questi in difesa c’hanno I tentacoli”, ci urla un amico collocato in Monte Mario. E, in effetti, davanti a Sommer non passa uno spillo;

– Zac imbecca Ciro che, di testa, spedisce fuori. Poi ancora Ciro arriva tardi su un bell’invito di Guendouzi;

– Arretriamo verso la mezz’ora. Oppure tiriamo il fiato. Maresca non ammonisce Darmian che stende Zaccagni in ripartenza;

– “Aspettano che famo na’ fregnaccia in difesa”, ci scrive un amico da casa. E ci azzecca, manco fosse un novello oracolo di Delfi;

– Già perché Marusic va in tilt: pressato spedisce corto sul povero Provedel. Lautaro e’ un falco, lo dribbla e mette in porta…;

– E’ il canovaccio migliore che potesse aspettarsi Inzaghino: trovarsi in vantaggio in modo inaspettato e, d’ora in poi, agire di rimessa;

– Ennesimo erroraccio stagionale di Marusic: Adam, ma Madrid non ti ha insegnato nulla?;

– E’ un colpo basso e lo subiamo. Nel freezer dell’Olimpico cala il silenzio mentre il popolo nerazzurro inizia ad abituarsi all’idea dei 4 punti di vantaggio sulla Juve;

– Che Lazio sarà nella ripresa? Dovremo per forza scoprirci, entrerà Luis Alberto. L’Inter proverà a chiudere il discorso in contropiede. Sembra un copione scritto e ripassato;

Secondo tempo

– Iniziamo col piglio giusto anche se la sensazione è che l’Inter giochi come il gatto col topo;

– Rovella calcia addosso a Sommer dopo mezzo campo fatto di corsa, Kamada, di sinistro, calcia in modo maldestro;

– Attacchiamo, si, anche se l’Inter- con la sua difesa – non rischia mai il patatrac;

– “Aho, quando c’hai la difesa forte stai a cavallo…”, commenta un amico seduto accanto a noi. E la verità è sacrosanta;

– Entra il Mago ma l’Inter – ovviamente di rimessa, nel modo che predilige – raddoppia: Barella per Thuram e diagonale sotto la Nord;

– Qui praticamente la gara finisce. Provedel salverà il tris nerazzurro su Mikhitarian. Il pubblico, mestamente, lascerà l’Olimpico;

– Solo la parte nerazzurra canta e reclama il tricolore. Noi neanche abbiamo voglia di guardare la classifica. Sotto al Toro, alla pari col Monza, braccati dal Lecce, ci dicono. Soprattutto la parte destra della classifica: da quanto non accadeva? Anche questo affronto dobbiamo patire, paradossalmente nell’anno degli ottavi di Champions…

LASCIA UN COMMENTO

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.