di Giorgio BICOCCHI

“Dateme i Paesi Baschi: non ce so’ mai stato…”, gracchia ottimista, al telefono, un vecchio amico appena finita la sfida di Madrid, auspicando un abbinamento con la Real Sociedad negli ottavi di Champions. Come se poi fosse facile – per questa Lazio che non segna e che mai rimonta – eventualmente opporsi ai baschi.

L’Atletico vince in scioltezza. Anzi, in qualche frangente, e’ sembrato che i cochoneros disputassero pure una gara amichevole tanto i valori erano diversi, più marcati, ovviamente a vantaggio degli spagnoli. Lazio fragile in apertura dei tempi: incassati due gol evitabilissimi. E, in attacco, le solite, incredibili difficoltà: senza sbocchi offensivi, lenti nel pensiero, senza calciare in porta, la stagione può anche trasformarsi in un lento, malinconico calvario.




Primo tempo

– Pressing e difesa altissima: insomma non temiamo l’ambiente del Metropolitano;

– E’ l’errore di Marusic però a condannarci allo svantaggio. Va timido in un contrasto con Lino che si invola e serve a centro area un facile assist per il piattone di Griezmann;

– Lazio immalinconita? No, perché – pur con i nostri problemi – reagisce. Il giallo a Pedro? Giusto. Poi, lentamente, prendiamo campo. La percussione di Zaccagni e il conseguente tiro a lato. Poi Ciro colpisce male su bella azione di Luis Alberto;

– L’Atletico sembra un po’ svagato: e negli spazi ci infiliamo;

– A centrocampo reggiamo il confronto anche se Guendouzi appare un po’ timido;

– Immobile svaria ma non incide. Ma non è che abbia avuto tutti questi palloni giocabili…;

– De Paul deve avere qualche ruggine pregressa con Zaccagni: duello arcigno;

– “Aho, questi me pare che giocano come il gatto col topo…”, ci scrive un amico assiepato sugli spalti di Madrid. La sensazione è quella ma all’Atletico sembra mancare fame. “Te credo, so’ primi… controllano…”;

– Incassiamo il gol del 2 a 0 ma il Var cancella la rete di Hermoso. Lino, quasi sulla linea di porta, aveva quasi abbracciato Ivan;

– L’Atletico ci frega nelle ripartenze. Ma perché noi, spesso, perdiamo palla banalmente;

– Insomma, la frazione si chiude pure con qualche rammarico. Abbiamo avuto occasioni reali e potenziali per colpire. La recriminazione e’ sul gol subito: non si può andare così mosci su un pallone poco fuori dall’area di rigore, vero Marusic?;

Secondo tempo

– Ma che succede negli spogliatoi, a metà gara? Rientriamo inebetiti. Marusic si fa ammonire puerilmente. Poi prendiamo il raddoppio facendo colpire la palla all’Atletico, dentro la nostra area, almeno sei o sette volte prima dell’esecuzione vincente di Lino. Mosci, poco decisi, come se giocassimo sul mitico campo dell’Almas e non in uno dei catini più caldi d’Europa… Boh;

– Insomma, viviamo almeno 15 minuti drammatici. In cui semplicemente non ci capiamo niente. Sarri mette dentro Lazzari e Anderson. Poi Pellegrini per uno spentissimo Hysaj;

– “Vabbe, se stanno a riposa’ pe’ l’Inter…”, commenta sarcastico un amico. Come se non ci fossero quasi venti punti di distacco tra noi e la capolista;

– L’Atletico sembra sazio, lo stadio fa festa per il primo posto nel girone;

– Noi trotterelliamo per il campo senza costrutto. In attacco si combina pochissimo. E in difesa – in taluni frangenti – sembriamo reparto arrafazzonato;

– Potremmo anche giocare tre giorni di fila senza combinare granché. Morata si mangia il gol del 3 a 0 da pochi metri;

– Guendouzi si prende il giallo ma pare l’unico a non mollare. Kamada giochicchia. Pellegrini, a sinistra, ci mette tigna. Resta l’atavico il problema di chi prova a concretizzare…;

– Intervento più che dubbio di Koke sul Taty. Ma non è aria…;

– Da fuori area non tiriamo. E in area siamo costantemente anticipati. Questa croce dell’attacco asfittico ce la porteremo fino a maggio…;

– L’Atletico controlla. I nostri tifosi, lassù, cantano sempre più flebilmente. Sei partite di Champions, tre vittorie e un pareggio per 10 punti finali. E’ la tendenza, però, a inquietare, non il fatto di essere usciti sconfitti dalla tana del Cholo Simeone. Prevedibili, fragili e involuti: come si esce da questo mezzo incubo?






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