di Giorgio BICOCCHI

Lo confessiamo: forse perché eravamo a Salerno ma siamo ancora scioccati dalla prestazione dell’Arechi. Il dubbio è: sarà ancora scossa anche la squadra? Perché – se così fosse – la gara con il Celtic assomiglierebbe ad un’altra trappola, una delle tante disseminate in questo controverso, negativo avvio di stagione.

Come reagire senza Casale, Romagnoli, Vecino, Zaccagni (mica assenze di poco conto…)? Giocando col cuore – più che rispettando, per un volta, i dettami tattici e di modulo – sfruttando in modo cinico gli errori della difesa del Celtic (non hanno una retroguardia imperforabile, ce ne siamo accorti all’andata…), con le due linee serrate, pronti a ripartire.




Ecco, in questo contesto di timori, converrebbe – per una volta – aspettare le mosse rivali, attestarsi in mezzo al campo, ripudiando il pressing feroce e ossessivo, lesti a ribaltare il fronte del gioco, scattando in verticale. Sarebbe un gioco diverso da quello che predica Sarri? Forse si ma – giunti a questo punto, con l’acqua alla gola in Campionato e in Champions (perché pure col pari contro gli scozzesi ci faremmo davvero poco, la trasferta di Madrid all’orizzonte…) – occorre cambiare rotta e tendenza. Anche esibendoci in modo diverso, più conservativo e meno scollato.

Ottimo, per il canovaccio che si prospetta contro gli alfieri di Brendon Rodgers, il rientro di Luis Alberto ma i dilemmi saranno fondamentalmente due. Il primo: la tenuta della difesa. Con Patric e Gila cerniera centrale sarebbe forse auspicabile l’innesto di Hysaj, più abile a contenere. E poi l’attacco: senza Zac lecito attendersi molto da Felipe e Ciro. Perché la difesa del Celtic difetta in organizzazione e si può bucare con i giusti movimenti.

Che atteggiamento avrà in campo il Celtic? Con un solo punto in classifica non avrà altra scelta che puntare alla vittoria, se non altro per sperare in una correlata discesa in Europa League. Considerate poi che le formazioni anglosassoni non gradiscono – a tavolino – l’idea della spartizione della posta, del pareggio da conseguire con tattiche conservative. Ecco, questo potrebbe essere un vantaggio pure per la sgangherata Lazio attuale.

Diciamoci la verità: con lo spirito da collegiali mostrato a Salerno rischiamo la figuraccia pure davanti a 55.000 Laziali. Con la tigna e l’umiltà ammirate col Feyenoord potremmo invece fare bene. Metteremmo un bel mattone sul discorso-Champions aspettando poi – dalle 21 in poi – pure buone nuove da Rotterdam e dall’Atletico Madrid, soprattutto.

Conoscete la storia della Lazio: solitamente – dopo delusioni a raffica – il sole ha sempre fatto capolino…






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