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IL TACCUINO | Lazio-Fiorentina 1-0, appunti seri e scherzosi: “La panchina lunga è come n’aspirina!”

di Giorgio BICOCCHI (foto © Antonio FRAIOLI)

Eccola, la “panchina profonda”. Quante volte l’abbiamo invocata negli anni scorsi… E adesso, d’incanto, rivolta le gare come un calzino. E ci regala punti… E’ accaduto contro il Celtic. Poi al cospetto dell’Atalanta. E contro la Fiorentina perché gli ingressi nella ripresa ci danno brio e nuova lucidità per gli assalti finali. “La panchina lunga e’ come n’aspirina: c’hai er naso chiuso e te fa respira’”, sentenzia lungo Via dei Gladiatori il tifoso- Pasquino. Sarà come dici tu, amico mio. Fatto sta che la Lazio prende tre punti a Roma e Fiorentina, due a Napoli e Milan risalendo in groppa al Campionato. Due mesi fa – dopo gli stop contro Lecce e Genoa – non era così automatico che accadesse…




Primo tempo

– La Fiorentina inizia a sbagliare disimpegni. Ma ne’ Felipe ne’ Guendouzi sanno approfittarne;

– Ci aspettavamo un inizio fiammeggiante, tipo-Atalanta. Macché, non è aria…;

– Sembriamo affaticati. E i viola si distendono in modo più armonico;

– Mago, cos’hai? Luis Alberto sembra per una notte tornato quello del 2016… Fatica a trovare la giusta posizione. E sbaglia tanti appoggi…;

– Italiano ci ha studiato. Ecco il “lancione” per Beltran. Che supera Provedel e segna. Per fortuna interviene Mazzoleni che, dal Var, fa annullare per un braccio galeotto nel controllo;

– Eccoli, i proverbiali cinque minuti della Lazio, quelli in cui non ci capiamo niente. Beltran, ancora lui: stavolta e’ palo!;

– Che fa El Taty? Poco o nulla, mai servito a dovere. Ne’ in verticale ne’ dal fondo. E pure Zaccagni, sotto la Tevere, finirà la frazione senza incidere…;

– Fossimo su un ring la Fiorentina si aggiudicherebbe ai punti la frazione. I viola piacciono di più. Noi sconnessi, poco pratici. Corriamo tanto, spesso a vuoto…;

– Luis Alberto spreca un paio di punizioni. Felipe annaspa;

– Provedel salva su Gonzalez. Poi Rovella, nella nostra area, rischia il patatrac su Ikone;

– Lazio senza nerbo. Che fare nella ripresa? Lanciare Kamada? Escludere il Mago? Inserire Ciro e Isaksen? O Pedro? Servono idee e forze nuove: su questo siamo tutti d’accordo…

Secondo tempo

– Dieci minuti di tic toc. Sarri cammina come un leone in gabbia. Rimugina cambi, parla con Martusciello. Indossa un cappellino mentre il cielo si gonfia di pioggia;

– Ecco Cataldi. Ecco Felipe che fa esaltare Terracciano. Lazio meglio, nettamente. Mentre la Fiorentina arretra e sembra perdere smalto;

– Felipe sgomma sotto la Tevere mentre Luis, sottotono, sbaglia parecchio. Spagnolo poco brillante. “Niente, non j’ha fa più”, ci urla nell’orecchio;

– Taty lotta, mena. Calcia sopra la traversa. Ma che gli vuoi dire? ;

– Stavolta Anderson imbecca Luis Alberto. Ma Terracciano è abile coi piedi…;

– Viola meno reattivi. E Anderson si mangia un gol sotto la Nord;

– In difesa reggiamo: Patric sempre presente. Ci prepariamo al rush finale;

– Con Vecino e Kamada e’ la Lazio dell’ultimo spunto. L’uruguagio si sistema da mezzala destra. Kamada smista a sinistra. Sono le risorse che decideranno il match;

– Vecino ci prova con una rasoiata da fuori area. Poi va a centro area, incoccia di testa e Milenkovic stoppa col braccio. Da quanto non segnavamo su rigore al ‘94?

– Italiano mastica amaro. Sarri alza le braccia. L’esultanza di Ciro e’ contenuta. Ma sono tre punti al platino che possono ribaltare il nostro torneo…






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