di Claudio CHIARINI

95. Questo è il numero magico della Lazio in Champions League. Prima la prodezza di Provedel all’Olimpico con l’Atletico Madrid. Poi, ieri sera, quella di Pedro nel tempio del Celtic Park. Due micidiali colpi di testa che regalano ai biancazzurri 4 punti e la prima posizione nella classifica del girone in coabitazione con i Colchoneros di Simeone.




Un cammino molto differente, nei risultati, da quello, assai deludente, in campionato. Con tuttavia un unico comune denominatore: i problemi di gioco, che permangono in Serie A come in Europa. Contro il Celtic, infatti, la Lazio ha tutt’altro che brillato: solita fragilità difensiva, consueta inconcludenza negli ultimi 20 metri, lentezza del palleggio e della manovra.

Sarri però non si lamenta più di tanto per tutto ciò. Almeno a microfoni accesi… Chissà cosa accade in realtà tra le segrete mura di Formello… Il quasi perfetto meccanismo costruito e rodato lo scorso campionato sembra inceppato. I motivi di questa pericolosa inversione di tendenza li può conoscere solo Il tecnico toscano. Nel pre e nel post partita di Glasgow ha detto che li svelerà alla squadra. Speriamo lo faccia presto e in modo efficace.

I tre punti raccolti in Scozia certificano intanto che, finalmente, la Lazio possiede una panchina incisiva: Taty, Isaksen, Guendounzi, Pedro. Questo il magico quartetto che ha costruito l’azione vincente che ha mandato ko il Celtic. Tutti subentrati negli ultimi minuti di gara.
Tutti animati dalla giusta “garra”.
Almeno questa novità, oltre naturalmente ai 3 punti finalmente conquistati, lascia ben sperare per il futuro.






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