di Giorgio BICOCCHI  (foto © Antonio FRAIOLI)

Ci sono gol che possono ribaltare una stagione: quello di Provedel assomiglia ad uno di questi. Perché insperato seppur invocato quando abbiamo visto quel ragazzone – con la maglia gialla – avvicinarsi all’area madridista. La Lazio impatta nel finale e l’avventura-Champions resta aperta: lo avevamo scritto in partenza, questa era essenzialmente una gara da non perdere. L’abbiamo riacciuffata all’ultimo istante ma qualche problema c’è ed e’ palpabile: facciamo fatica a fare gol, la forma di qualche singolo (Immobile, Romagnoli) e’ tutt’altro che al massimo. E Kamada e Guendouzi hanno bisogno di tempo per lasciare un segno palpabile. Prendiamoci però questo pari al platino: stavolta la Coppa non ci ha voltato le spalle…




Primo tempo

– E’ Vecino a dettare il nostro ritmo. Si piazza davanti alla difesa e smista. E’ la prima partita stagionale per l’uruguaiano. “Speriamo che ja fa…”, commenta il solito tifoso guascone…

– L’Atletico piazza il “capellone” Witsel (si, il belga che giocava allo Zenit…) al centro della difesa. Bisognerebbe approfittarne perché non ha i tempi del difensore ma e’ una parola…;

– Pochi minuti per capire che sarà complicato pure trovare un minimo pertugio. Linee madridiste vicine e compatte. Zaccagni sgomma ma rimedia solo calcioni;

– Vecino imbecca col lancione Ciro. Peccato perché il Capitano non ci arriva per un’unghia…;

– Punizione centrale di Zac ma Oblak salva in angolo;

– Jella-Pellegrini: prima gara in Champions e subito fuori per infortunio. Traumatico, non muscolare, almeno quello;

– Luis Alberto al volo sotto la Sud: fuori. Lazio però viva;

– Quando ti dice male va cosi: l’Atletico che mai aveva impensierito Provedel – al netto di una discesa di Griezmann – trova l’inaspettato vantaggio con un tiro, che pareva telefonato, di Barrios deviato in porta da Kamada;

– Cala il gelo sull’Olimpico perché non meritavamo di essere sotto;

– La gara consegna così all’Atletico il canovaccio preferito. Tutti sotto la linea della palla pronti a scattare di rimessa;

– Facciamo una fatica boia a entrare in area. Meriteremmo il pari per la proiezione offensiva ma l’Atletico si coccola il vantaggio. Di testa non si passa. E i raddoppi di marcatura ci inaridiscono;

– Lazzari prova a forzare a destra ma i biancorossi non corrono rischi;

– “Ce ne annasse bene una quest’anno”, bofonchiano in Monte Mario. Ed e’ sostanzialmente vero: perdiamo – a metà gara – una sfida in cui mai siamo stati in difficoltà

Secondo tempo

– Torniamo senza brio? Si ma e’ una impressione. Zaccagni attacca, Ciro di testa sfiora il pari;

– E’ gara di ribaltoni, ora. Perché noi vi proponiamo e l’Atletico si fionda di rimessa;

– Ciro, che fai? Non approfitta di un regalo di Oblak e gli tira addosso;

– Atletico ora spinge sotto la Monte Mario: Griezmann e’ una spina;

– I madridisti colgono un palo ma sarebbe stato un nostro autogol, diamine;

– Sembra che vogliamo entrare in porta con tutta la palla. Ed e’ un errore perché l’Atletico si schiera a 5 dietro e non passa uno spillo;

– Potrebbe arrivare il patatrac definitivo ma Provedel ci tiene a galla uscendo a valanga su Lino. Sarà un segno del destino…;

– Arrembaggio finale. Cataldi ci prova dalla distanza e guadagna un angolo;

– Guendouzi non incide: ma e’ destinato a crescere…;

– Ed eccola la carezza dello “stellone:: l’assist del Mago e’ un cioccolatino da scartare. E Provedel arriva come un falco per il meritato pari;

– L’incubo svanisce. Mai e poi mai – per volume di gioco – avremmo meritato di perdere…;

– Lo stadio sfolla e un tifoso profetizza: “Nun vorrei esse nei panni der Monza!”. In fondo e’ bastato un gol del “portiere biondo” per riacquistare fiducia ad oltranza…






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