La Lazio ha preferito tacere dopo la sconfitta di Torino. L’arbitraggio di Maresca in Juventus-Lazio, in collaborazione col VAR, ha totalmente scontentato Sarri e la società, a prescindere dalle mancanze della squadra.
Come riportato dall’edizione odierna del Corriere dello Sport, la tensione all’interno della società, dello staff tecnico guidato da Sarri e della squadra è evidente, e non c’è bisogno di esprimerla apertamente per comprenderne l’intensità e la portata. La direzione ha vietato di parlare, di sfogarsi, di protestare. Questo silenzio stampa deciso dal direttore sportivo Fabiani dopo la partita ha lo scopo di evitare che la rabbia di Sarri e dei giocatori, che è esplosa in modo molto forte (per non dire delle sue espressioni colorite), causi danni ulteriori e influenzi negativamente le prossime partite.
Il silenzio è ovunque, ma il rumore della delusione e della frustrazione è assordante. La Lazio è furiosa in ogni aspetto della situazione, a partire dalla contestazione del gol di Vlahovic e dalla maniera in cui è nato, sin dall’inizio dell’azione. Immobile aveva protestato già prima del gol, chiedendo un fallo su Bremer, ma l’arbitro Maresca non lo aveva notato. L’azione ha proseguito, il pallone è arrivato a McKennie, e Luis Alberto ha immediatamente richiamato l’attenzione dell’arbitro e dell’assistente Pagliardini sull’uscita del pallone, ma senza successo. La Juventus ha segnato e Maresca è stato circondato dai giocatori della Lazio. La squadra romana non accetta alcuna interpretazione che coinvolga l’arbitro, l’assistente e il VAR.
Il problema non riguarda solo questo singolo episodio. Le proteste della società si estendono a tutto il modo in cui Maresca ha cambiato il suo modo di arbitrare nel secondo tempo. Secondo la Lazio, ci sono stati falli e ammonizioni giudicate severamente a sfavore della Juventus, a differenza di quanto accaduto nel primo tempo. Questo ha fatto sospettare che l’arbitro stesse cercando una sorta di “bilanciamento dei torti”, una compensazione o riparazione per errori commessi in precedenza.
