di Giorgio BICOCCHI

Il Toro non vince da quattro gare, avrebbe bisogno di un mezzo miracolo agonistico per strappare sul filo di lana il settimo posto e il correlato accesso alla Conference, ma la sua venuta all’Olimpico suscita sempre qualche inquietudine. Sarà perché – e questo è amarcord dedicato ai Laziali con tanti capelli bianchi – ci battè in entrambe le gare nel Campionato del ’74, sarà perché ci fa ricordare gli scempi commessi (nel dicembre 2017) da Giacomelli e Di Bello, sarà perché – a conti fatti – negli ultimi quattro precedenti abbiamo sempre pareggiato, sempre trovandoci in sostanziale difficoltà. Aggiungete che i provvisori, 15 punti restituiti alla Juve hanno accorciato il nostro vantaggio sul quinto posto (ora ridotto a 8 punti) e che tale riscontro inquieta oltremodo alla luce del doppio, diabolico viaggio che ci attende a San Siro.




Certo, dovessimo scacciare il tabù-Juric (uno che pure nell’epoca- Inzaghi fece faville…), saremmo ben oltre il guado, vicinissimi a centrare l’obiettivo anche contando sulle ultime quattro gare di Campionato che, anche a Laziali perennemente preoccupati come noi, fanno oggettivamente meno paura del resto del programma.

Chissà se il Toro giocherà per difendersi e attaccarsi di rimessa o se, al contrario – come riportano le ultime cronache – adotterà una tattica diversa, venendo insomma a giocarsi la sfida senza tatticismi. Poco interessa alla Lazio che forse dovrà essere semplicemente sé stessa – spinta dall’afflato dei quasi 50.000 dell’Olimpico – per dirimere la matassa granata, attaccando dalle fasce, sprintando in avanti con Felipe e Zaccagni e contando sugli estri ritrovati di Sergej e il Mago.

Il Toro ha una peculiarità: riesce a far giocare male quasi tutti, adottando un pressing feroce, venendo quasi a mordere sui calzettoni gli avversari. Ecco, dovremo giocare “di prima” e velocemente per limitare il pressing granata, provando a prendere campo. Sarà una gara di attesa – a meno di non riuscire a sbloccarla subito – complicata, sofferta, fisicamente sostenuta. Ma ci hanno mai regalato qualcosa? Portare allo stadio una bandiera, urlare “Forza Lazio” a squarciagola e sostenere la squadra: ecco la missione dei tifosi. E, in campo, l’auspicio è che la Lazio continui a farci sognare. Con la forza del suo gioco, dei suoi movimenti, del suo tiki-taka che, all’improvviso, squarcia gli orizzonti… Che, ora più che mai, reclama la vetrina della Champions…






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