Sull’edizione de Il Tempo di sabato 28 ottobre 2017, Luigi Salomone illustra quella che è stata la dinamica che ha portato a deporre la corona di fiori che la Lazio ha voluto donare, nella persona del presidente Claudio Lotito, alla comunità ebraica per provare a riconciliarsi dopo il “caso Anna Frank”.




Si legge nel pezzo: “Altro che sceneggiata, spuntano nuove prove. Che non lasciano spazio ad interpretazioni di alcun tipo. (…) Dopo le mail inviate da Vittorio Pavoncello, presidente della federazione Maccabi, ecco gli sms scambiati col presidente Lotito, in particolare uno subito dopo la visita al Ghetto.”




“Sei soddisfatto? Ti ho fatto fare un figurone? Ora gli str… si morderanno i gomiti. Bravo! Vittorio Pavoncello”. Questo il contenuto dell’sms: si legge nel pezzo: “… nonostante il rifiuto della comunità ebraica a presenziare, tutto sommato la manifestazione era stata seguita da molti media e quindi il risultato (…) era stato raggiunto. (…) Lotito lunedì cercava disperatamente numeri telefonici di esponenti della comunità (…) e proprio in un colloquio con Pavoncello che Lotito se ne esce con il termine “sceneggiata”: altro non era che il timore del numero uno della Lazio di andare alla Sinagoga e non trovare una partecipazione importante.”




“Il martedì pomeriggio il messaggio soddisfatto di Pavoncello su come fossero andate le cose, su un esito positivo della sua idea del giorno prima (…) Tutto da rifare dunque per chi voleva dipingere un Lotito razzista e antisemita che “scherzava” al telefono sulla sua visita al Ghetto. E ora, anche alla luce dei documenti che abbiamo pubblicato in questi giorni, il presidente è pronto a chiedere i danni a chi ha voluto strumentalizzare per altri interessi quei vergognosi adesivi di Anna Frank con la maglia della Roma.”






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