Marco Parolo ha risposto quest’oggi alle domande degli alunni presenti all’Istituto S. Sisto Vecchio delle Suore Domenicane, Via Druso 2, Roma.




“Il pallone si gestisce insieme con la squadra, si cerca di tenerlo il più possibile, in maniera tale che gli avversari non lo possano avere. Prima della partita ci sono tante sensazioni belle che ti danno energie e voglia di giocare. E’ come quando voi vi trovate prima di un compito in classe a percepire la tensione. Se sei preparato, sei sicuro e lo fai tranquillamente. Giocare a calcio è un divertimento e noi lo facciamo con passione.




Roma è una città stupenda nella quale ci sono bellissimi posti, in ogni angolo c’è qualcosa di nuovo da scoprire. Il mio primo impatto con la Lazio è stato con il Centro Sportivo, è molto bello ed è ciò che mi ha colpito maggiormente. I miei genitori hanno sempre appoggiato ciò che facevo, vedevano che passavo le ore con il pallone: grazie alla mia passione è stato più facile per loro fare sacrifici per questo sport, hanno sempre assecondato la mia voglia di fare senza pressioni ed esaltazioni. Mi hanno permesso di fare quello che mi piaceva e che mi divertiva ogni giorno.

A Roma c’è molta passione ed un tifo che riempie uno stadio bellissimo. Spostarsi in una città come questa e vedere l’Olimpico pieno ti dà una carica incredibile. Io mi ispiravo a Gerrard, giocava da qualche anno prima di me ed è stato un esempio ed un modello da seguire. L’alimentazione per un calciatore diventa sempre più importante durante la crescita.




Vestire la maglia della Lazio è molto emozionante. Conoscendo anche le gesta di questo Club si capisce che si fa parte di una Storia importante e quest’ultima si prova ad onorarla fino alla fine. Speriamo di disputare bene il secondo derby per poter festeggiare tutti insieme. Dopo aver vinto la stracittadina è stato molto bello fare il giro di campo e vedre l’entusiasmo dei nostri tifosi. Due anni fa avevamo perso il derby valido per il secondo posto, ma meritavamo noi di vincerlo. Aver trionfato nella stracittadina del primo marzo è stata una bella soddisfazione”.

A margine dell’evento il centrocampista biancoceleste è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel, 233 di Sky. 




“E’ sempre bello vedere questi ragazzi e rispecchiarsi nella loro innocenza, si rivivono emozioni sopite. A loro consiglio di fare tanti sacrifici, in questo modo io ho sempre raggiunto i miei obiettivi. Solo così i risultati arrivano.

Ai tempi di scuola io ero bravo in matematica, pativo di più i temi di italiano. Dobbiamo andare avanti su questa strada dando il meglio e continuando a crescere. Ci aspettano delle gare difficili, ma dovremo affrontarle con la testa giusta per toglierci delle soddisfazioni.




Sognare è alla base di tutto, quando vai alla caccia di un grande obiettivo devi sempre dare il massimo per raggiungerlo e per superare ogni limite. Prima di tutto però c’è il lavoro: lo stiamo facendo dal primo giorno di ritiro”. 

Quest’oggi anche Alessandro Murgia ha risposto agli alunni presenti all’Istituto S. Sisto Vecchio delle Suore Domenicane, Via Druso 2, Roma.




“Sono romano, sono laziale: essere un calciatore della Prima Squadra della Capitale è un’emozione continua. E’ vivo dentro di me il ricordo del primo gol in Serie A, messo a segno in casa del Torino. Sono ancora molto giovane e ho tanto da imparare. Quello che volevo raggiungere finora è arrivato e sono contento.

Il mio consiglio è mettere passione e divertimento in tutto. Solo con la voglia di arrivare e di sacrificarsi si ottengono i risultati.

Alla Juventus ci sono tanti calciatori forti; su tutti dico Dybala: arriverà a livelli altissimi.

Quando vinciamo siamo contenti, festeggiamo. Lavoriamo tutta la settimana per conquistare i tre punti. Quando perdiamo siamo un po’ tristi e analizziamo gli errori commessi per non ripeterli nelle gare successive.

Non avevo un idolo da bambino, guardavo tante partite e cercavo di ‘rubare con gli occhi’ da tutti.




La strada è ancora lunga, devo allenarmi al meglio per dimostrare di poter stare in un club prestigioso come la Lazio. Ho incontrato delle difficoltà che però ho superato anche grazie all’aiuto dei compagni.

Ho vent’anni, per me essere in prima squadra è un punto di partenza ma anche di arrivo perché la mia rincorsa è stata lunga e voglio vestire questi colori per molti anni”.

Al termine dell’incontro il centrocampista biancoceleste è intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel, 233 di Sky. 




“Questi appuntamenti sono bellissimi, mi hanno fatto rivivere le esperienze scolastiche. Questi ragazzi hanno sempre il sorriso e quelli vissuti con loro sono momenti piacevoli che riempiono le nostre giornate di felicità. Al tempo di oggi è difficile far coincidere studio e sport, ma con la voglia si può fare tutto.

Siamo contenti, stiamo andando bene e siamo un grande gruppo. Andiamo avanti partita dopo partita, siamo consapevoli dei nostri mezzi e daremo il massimo per continuare a far bene. Io penso ad allenarmi, le scelte spettano al mister. Sergej Milinkovic è fondamentale, ma noi daremo il massimo a Cagliari per sostituirlo nel migliore dei modi. Sono arrivato qui sapendo di affrontare un’esperienza molto importante, mi sono messo al lavoro e sto ottenendo dei risultati. Il mister mi ha schierato diverse volte in campo, deve aver visto qualcosa in me.




Giocare a Torino e a Milano è stato molto bello, il San Siro e lo Juventus Stadium sono due stadi che hanno scritto la storia del calcio italiano: la gara disputata contro l’Inter ha rappresentato il mio esordio da titolare e, per questo, è stata un’emozione particolare. In ogni gara spero di scendere in campo per dare il mio contributo alla squadra, ogni partita mi emoziona”. 

Infine, il centrocampista biancoceleste, Sergej Milinkovic, ha risposto agli alunni presenti all’Istituto S. Sisto Vecchio delle Suore Domenicane, Via Druso 2, Roma.




“Quando sono arrivato in Italia mi è piaciuta troppo la pasta, ma non ne mangio troppa! A volte commetto alcuni errori sotto porta, non si deve imparare da me! Si migliora allenamento dopo allenamento, l’importante è dare sempre il massimo”.

(fonte: sslazio.it)



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