Il direttore sportivo della Lazio Angelo Fabiani è intervenuto in diretta sulle frequenze di Lazio Style Radio. Queste le sue parole:




Può fare chiarezza sulle voci che sono intorno alla Lazio partendo dalla questione Kamada?
“Parto da un punto fermo, quando c’è del vento del cambiamento o si hanno delle basi solide o si viene spazzati via. Ho sempre detto che i tesserati devono stare al servizio della Lazio, non il contrario. Con Kamada lo scorso anno si puntò sul ragazzo visti i problemi con Luis Alberto e si cercava un giocatore con quelle caratteristiche, Sarri diede il placet su questo giocatore. L’entourage e il calciatore misero delle condizioni per un contratto annuale con un rinnovo unilaterale di tre anni, per fare questa operazione ci sono stati costi come due milioni di commissioni e tre di ingaggio. Ieri il 30 maggio scadeva la clausola a favore di Kamada per rinnovare, ci siamo trovati di fronte a un qualcosa di inaspettato, se non avesse esercitato la clausola sarebbe andato via senza problemi. L’entourage ci ha chiesto di ripetere la stessa operazione per un altro anno e ci siamo trovati di fronte a una grande scortesia, visto che non ci facciamo ricattare da nessuno ho detto chiaramente che non avremmo voluto sottostare a questa situazione. I giocatori devono essere poi patrimonializzati, se avessi rinnovato alle stessa operazione non ci sarebbe stata la possibilità di fare plusvalenza. Questo è inaccettabile, i procuratori e i calciatori devono capire che chi veste la maglia della Lazio deve amarla. Nel calcio tutti sono importanti, ma nessuno indispensabile. Non ci si serve più della Lazio per i propri tornaconti, bisogna mettersi a disposizione dei propri tifosi. Queste persone che fanno le gatte morte con me non vanno d’accordo. Il ricatto a me non piace, non sto ai mezzi con nessuno. Ho il mio metodo di lavoro, ho detto che avrei rinnovato la squadra. Non tutti sanno che la Lazio è l’ottava società in Europa per età media, è iniziato un nuovo percorso e me ne assumo io la responsabilità. Sento parlare di Lotito, voglio dire una volta per tutte che io sono un professionista, lavoro da trent’anni nel mondo del calcio, ho sentito qualche imbecille dire che Fabiani non ha esperienza in Serie A. L’ho affrontata la Lazio in passato e la mia società arrivò settima con la Lazio decima in classifica”.

C’è qualche aggiornamento sulla situazione Luis Alberto?
“Stiamo valutando in queste ore e la percentuale di addio è molto alta, non tratteniamo nessuno controvoglia. Lui ha questa intenzione e cercheremo di accontentarlo. Io non dormo la notte, con il Sassuolo avevo una paura tremenda di lasciare la Lazio senza una competizione europea. Noi dobbiamo lavorare con persone che amano questa maglia, ricordo Rovella che dopo esser stato fuori per la pubalgia ha detto quanto gli fosse mancata la Lazio. Vorrei avere dieci Rovella in campo”.

Sarà un’estate di rivoluzione?
“Qui non si parla di rivoluzione, la Lazio l’ottava squadra in Europa per età anagrafica alta. Si è concluso un ciclo che ha portato ottimi risultati, ma è sotto gli occhi di tutti che gli anni passano. Bisogna guardare in faccia la realtà, si è aperto un nuovo ciclo e c’è ancora molto da fare. Bisogna cambiare una mentalità che non si addice al mio modus operandi, andremo a individuare i giocatori funzionali. Dei giovani con esperienza in campo internazionale, rimpiazzeremo i giocatori con gente affidabile e andremo avanti per la nostra strada. Non è più possibile che ci siano calciatori che prendono per il culo i tifosi che fanno sacrifici per seguire la squadra, questo sistema deve finire. Alla Lazio deve esserci gente funzionale che ama questa squadra. Alcuni giocatori si sono fatti il loro orticello e raccontano la loro verità che non corrisponde alla realtà dei fatti. Su Kamada abbiamo detto, Luis Alberto è stato onesto e per questo lo rispetto. Io non sono uno che si fa prendere per il culo da certi soggetti, c’è il vento del cambiamento. Chi ha basi solide regge, chi non le ha viene portato via”.

Si va avanti con Tudor?
“Ho sentito cose su Tudor, non bisogna prendere delle parole e decontestualizzarle. A queste cose non vado dietro, sento dire che la Lazio non sia voluta andare in Champions per non pagare i premi. Se metto i premi è per raggiungere certi obiettivi, altrimenti perché li avrei inseriti? Io credo che ci siano persone che non conoscono la materia, è meglio stare zitti perché si fanno brutte figure. Guendouzi? È un giocatore della Lazio e rimane alla Lazio, quando abbiamo preso Tudor sapeva perfettamente che Guendouzi era diventato un beniamino, non ci passa per l’anticamera del cervello di smontare la squadra e cedere pezzi importanti. Ricordo che abbiamo vissuto un momento difficile con mister Sarri che ha deciso di gettare la spugna, potevamo andare avanti con una soluzione ponte o prendere Tudor, tanto come fai sbagli. Bisogna aver fiducia nel lavoro delle persone, mi assumo tutte le responsabilità del momento, se dovessi rendermi conto di aver sbagliato sarò il primo a fare un passo indietro”.

Gli acquisti della scorsa estate come Rovella, Castellanos e Isaksen hanno fatto fatica ad ambientarsi?
“Quando si parla bisognerebbe informarsi su tutto. Se vi dico che uno come Rovella percorre 14 chilometri a partita ed è sopra alla media europea di che cosa parliamo? Ci sono tante cose che vengono valutate in base a dati oggettivi, poi se dobbiamo fare il calcio mediatico ci divertiamo e mi metto in mezzo a voi. Qualcuno che fa informazione prima di parlare dovrebbe accendere il cervello, posso stare a sentire che la Lazio non è entrata in Champions per non pagare i premi? Come si fa a rinunciare alla Champions, bisogna essere dei dementi patentati”.

La primavera e la Women hanno dato risposte importanti.
“Con la primavera e la Women abbiamo iniziato questo processo di cambiamento un anno prima, abbiamo instaurato lo stesso modello che vogliamo strutturare in prima squadra. I giocatori della primavera e della Women sono tutti funzionali al progetto, dobbiamo portare questo attaccamento ai colori di gente che lotta e vuole rimanere alla Lazio. Se vado da Rovella e gli dico che l’ho venduto al Paris Saint Germain si incatena al Campidoglio e dice di voler rimanere alla Lazio. Questo è il tipo di calciatore al quale voglio legarmi da tifoso, per questo giocatore voglio spendere i soldi del biglietto, non i finti. Con me i finti possono durare lo stretto necessario per poter cambiare. Qualcuno deve capire che è finito il periodo delle vacche grasse, qui ci sono molti soggetti che lavorano e aprono bocca. In una società di calcio ci si sta come si deve stare, quando si entra in un’azienda bisogna entrare per lavorare con massima riservatezza. Qui bisogna sistemare qualcosa e prometto che ce la metterò tutta per tirare fuori questo male. La società e la tifoseria devono stare al centro del progetto. Faccio il direttore sportivo dalle 9 di mattina alle 8 di sera, un direttore sportivo potrebbe seguire gli allenamenti e poi godersi la famiglia. Non mi godo neanche la famiglia, non ho visto un saggio di mia figlia per impegni lavorativi. Poi posso sbagliare, ma tutto mi si può dire meno che espongo tifosi e società a figure barbine”.

Cambiare la mentalità è la missione più importante, ancor più del fare il mercato?
“È difficile, ma allo stesso tempo facile. Quando si inizia a capire il metodo diventa tutto più facile, purtroppo non per demerito di chi mi ha preceduto, anzi sono stati fatti ottimi risultati ma il ciclo si è concluso. L’età passa per tutti, si deve aprire un altro ciclo e con me si baserà sull’onestà. Se sei funzionale alla Lazio ti dò il cuore, ma se vedo che vuoi approfittarti della Lazio e dei tifosi divento una bestia. Con me c’è chiusura totale. Questo è quello che è accaduto nel settore giovanile e accadrà anche in prima squadra. Voglio chiarire una volta per tutte, Kamada aveva la possibilità di rimanere alla Lazio, hanno voluto stravolgere una situazione già pattuita e questo non va bene. È un segno di forza della società, dobbiamo avere il pelo sullo stomaco, prendere delle scelte impopolari per il bene della società”.






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