Con il cuore spezzato e con il dolore nell’anima diciamo addio a Fabio Oreste, “Aquila” fiera e “Legionario” della romanità, sapendo che in fondo sarà soltanto un arrivederci.
Prima o poi ci si rincontrerà lassù, nell’alto dei cieli biancazzurri, per tifare insieme per la nostra Lazio, per esaltare la grandezza di Roma, per ragionare su come migliorare questa nostra epoca sbagliata.
Fabio Oreste era nato e cresciuto nel cuore del Tuscolano, è stato amato dai suoi affetti più cari per la sua anima nobile, per la sua indolenza ribelle, per il suo essere scanzonato, per la sua intelligenza raffinata, per la sua grande ironia, per la sua estrema coerenza, per il suo infinito calore umano.
Se n’è andato così, dopo una lunga malattia, in sordina, quasi senza voler disturbare nessuno, in un tristissimo pomeriggio di un giorno qualunque nel letto della sua adorata casa natia.

“Ma guardate che io sto sempre qua, ve resto vicino e ve vedo a tutti, fate i bravi perché ve controllo. Daje, aiutate quei vecchietti lí che c’hanno bisogno e poi annate a tifa’ pe’ la Lazio… l’unica squadra di Roma! Quell’altri? E chi so’? Io manco li conosco, pe’ me esistono solo gli aquiliferi, il resto so’ solo romanoidi”.

Ci sembra ancora di sentirle, le sue filippiche, sul calcio, sulla politica, sul sociale.
Non basterebbe un fiume di parole per ricordarlo in tutte le sue essenze, non basterebbe un fiume di lacrime per rimpiangerlo.
Sicuramente però lo sentiremo per sempre nei nostri ricordi, perché la sua bella persona è rimasta dentro ognuno di noi come fosse un secondo midollo.
Nel fare le nostre più sentite condoglianze alla sua famiglia e ai tanti che gli volevano bene, con gli occhi gonfi ci sentiamo di salutarlo proprio come avrebbe voluto lui…
Ave Fabio!

LASCIA UN COMMENTO

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.