Il direttore sportivo della Lazio, Angelo Fabiani, nel suo intervento ai canali ufficiali del club ha toccato, oltre al caso Luis Alberto, anche vari temi che riguardano il momento di crisi della società biancazzurra:




“Già da quando Lotito mi affidò il settore giovanile, avevo notato delle storture. La Lazio al servizio del giocatore, del singolo dirigente, del singolo allenatore. Senza capire che per avere un futuro e per essere società bisogna comportarsi nell’esatto opposto. Tutti devono essere al servizio della società”.

“Io dissi a Lotito subito, la situazione non è semplice vista da fuori. Ci sarà da fare un percorso di rivoluzione culturale ed etico: la società Lazio deve tornare al centro del progetto. Io non giudico chi c’è stato prima, ma quando prendo un impegno lo prendo con spirito di servizio. Io dico sempre quello che penso. Non sono un alieno, sto sempre dalla parte della società e della gente. Questa storia deve finire se si vuole crescere. Se mi sono messo in testa di estirpare questa piovra che regna, fidatevi che ci riuscirò. Io arrivo la mattina alle 8 e vado via alle 20, non mi occupo solo della prima squadra. Farò di tutto per garantire che la mentalità che sta acquisendo il settore giovanile le espanderà a tutti gli altri settori. Non bisogna prendere per i fondelli nessuno: bisogna andare in campo garantendo quell’applicazione necessaria per dare il massimo impegno. Ci deve essere sempre la percezione che la vittoria possa arrivare. Non è possibile che questa percezione si altalenante”.

“Potevamo fare meglio, non c’è dubbio. A inizio campionato non c’è la Champions e abbiamo perso molti punti stupidamente. Però dico una cosa: non tutto avviene per caso e qualcosa sta emergendo. Io non sto qui per soldi, ma per spirito e per dare un servizio. Se mi accorgo che c’è qualcuno che vuole fare il paraculo sulle spalle della Lazio, gli dice molto ma molto male. Qualcuno pensa che io sia uno scappato di casa, ma se sto nel calcio da 30 anni non è un caso. Potevamo fare molto molto di più e ci dobbiamo prendere le nostre responsabilità e non nascondere la testa sotto la sabbia”.






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