di Giorgio BICOCCHI

In pochi – immaginiamo – dopo la delusione-derby avranno pensato, da sabato scorso ad oggi, all’impegno con la derelitta Salernitana (due sole vittorie in stagione e 65 gol al passivo…). E il rischio allora è proprio questo: un ambiente distratto, una squadra spaesata e un’altra che, al contrario, anche per congedarsi con dignità dalla Serie A, scenda all’Olimpico compatta e determinata a non fare ulteriori figuracce.




C’è allora l’eventualità che una gara in apparenza chiusa in partenza racchiuda incognite e potenziali, altre fregature? Hai voglia… D’altronde la Lazio di quest’anno è’ davvero capace di ogni sciocchezza. Come quella confezionata sabato scorso: non marcare Mancini nei corner, in una delle procedure predilette da casa-Trigoria, e’ stata davvero un’altra macchia.

E allora cosa servirebbe per provare a riabilitarsi, vincere e rimettersi parzialmente in carreggiata, almeno per la Conference, l’Europa dal pane nero? Iniziare ad alto ritmo, mettere subito le cose in chiaro con una squadra che non vede l’ora che questa stagione disgraziata finisca, andare presto in vantaggio e magari bissare.

Il dubbio – avvicinandosi all’Olimpico – sarà uno: che Lazio troveremo? Soprattutto che Lazio schiererà Tudor: davvero Vecino farà il trequartista, come provato spesso in allenamento? E Lazzari sarà davvero schierato a sinistra? Insomma, se il tecnico croato ha in mente un’altra rivoluzione (almeno negli interpreti) la sensazione è che la gara con i granata gli fornirà un’altra occasione. Sarà assente più di mezza Lazio, almeno una Lazio potenzialmente titolare. Un altro pericolo in più in una notte che si annuncia di riflessioni. Nessuno osi credere ad una gara scontata: non è proprio questo l’anno in cui la Lazio regala noiose certezze…






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