di Giorgio BICOCCHI 

Italiano ci ha avvertito: “Non ripeteremo gli errori commessi nelle precedenti gare con la Lazio”. Facile che il tecnico viola si riferisca al parziale di 7 a 0 rifilato dalla Lazio ai viola nelle due sfide al “Franchi” della gestione-Sarri. Aspettammo in entrambe le circostanze i viola e colpimmo negli spazi che ci concessero.




Ora pensare ad una metamorfosi viola – che si schierano sempre con due mediani e quattro giocatori d’attacco – sembra complicato. Questione di filosofia di gioco. Probabile che Italiano pensi a qualche stratagemma di natura tattica. Magari chiedendo ai due esterni bassi di non avanzare troppo. Oppure reclamando Arthur (o Duncan) a presidio della difesa, senza esporsi più di tanto.

A noi il compito di adeguarci in fretta. Primo presupposto? Abbassare i ritmi dei viola che certo partiranno forte visto che hanno anche avuto otto giorni di tempo per preparare questa sfida. Dovremo stringere – senza farci saltare – sugli esterni (Gonzalez e Ikone) e curare le marcature su Beltran e Belotti, due che in area si fanno sentire, come presenza e come fisico.

Dovremo muovere la palla in fretta e cercare le percussioni di Felipe e Isaksen, sperando di trovarli più vispi rispetto a Torino. La tenuta fisica, la freschezza rischia di essere ingrediente decisivo della sfida. E questo va a tutto vantaggio dei viola che non hanno giocato giovedì, certo più lucidi e meno usurati fisicamente. Sapremo solo poche ore prima della gara del “Franchi” che Lazio scenderà in campo. Molti dei nostri sono acciaccati, i cambi latitano, in mezzo al campo siamo contati. Diciamolo chiaramente: sbancare Firenze significherebbe rimettere la testa avanti. Pareggiare non sarebbe un oltraggio, tenendoci a galla. La terza ipotesi – pure col Milan all’orizzonte – vorrebbe dire uscire nuovamente dal libro dei sogni, probabilmente archiviando per sempre il discorso quarto/quinto posto. E’ ciò che accade a chi è di rincorsa, d’altronde: non può deragliare…






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