Stefano Fiore, ex centrocampista della Lazio, è intervenuto sui 90.7 di Radio Olympia nella trasmissione condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli per fare il punto sulla Lazio dopo la Supercoppa giocata a Riyad e in vista della prossima sfida contro il Napoli:




Le premesse per la Supercoppa, nonostante la formula diversa, vedevano l’Inter favorita e sono state mantenute. Io rimango legato alle vecchie tradizioni, credo si debba giocare in partita secca e non mi convince l’idea di doverla giocare 6 mesi dopo la fine della vecchia stagione in un altro paese, scelta che penalizza soprattutto i tifosi della squadra che la disputano“.

“E’ paradossale dirlo ma per la Lazio questo mini-torneo è sembrato quasi un “impiccio”, la prestazione ha lasciato amaro in bocca e ha sollevato tutti. Non c’è tutto questo divario che il campo ha detto tra Lazio e Inter e quindi deve esserci qualche altra ragione, visto che il punteggio poteva essere più pesante. Dico paradossale perché c’era comunque un trofeo in palio e per quanto l’Inter potesse essere un avversario molto difficile mi aspettavo una prova diversa dal punto di vista temperamentale, come ad esempio ha fatto il Napoli”.

“Non credo che la Lazio sia dipendente da un giocatore singolo, neanche da Luis Alberto anche se cambia il modo di giocare della squadra se lo spagnolo non c’è. Soprattutto dopo la perdita di Milinkovic la Lazio ha cambiato la varietà del centrocampo, con delle scelte in più, ma non ha grandissimo talento e la visione di gioco di Luis Alberto nessun altro lo ha nella Lazio”.

“Secondo me sia Guendouzi sia Kamada sono due ottimi giocatori, quando in estate si era chiuso il mercato della Lazio ero molto contento, Milinkovic per caratteristiche era impossibile da sostituire ma gli acquisti che aveva fatto il club andavano a completare un certo tipo di centrocampo che poteva andare a portare in dote anche quei gol che garantiva il serbo in fase offensiva. Purtroppo per ora Kamada è venuto meno in termini di prestazioni, senza essere nemmeno lontano parente del giocatore che ho ammirato all’Eintracht. Credo che stia soffrendo un certo tatticismo di Sarri e del calcio italiano in generale, Kamada mi sembra uno che pensa tanto in campo e dunque non riesce a giocare sciolto nella mente. Guendouzi invece è un giocatore di corsa, temperamento e grande vigoria fisica e quindi in una squadra che palleggia molto c’è bisogno anche di questa fisicità e di questa energia e da questo punto di vista, assieme a Rovella, il francese si fa preferire”.






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