di Giorgio BICOCCHI

Ci sono partite da vincere segnando di spalla, di stinco, di pancia. Su rimpallo o su autorete. Ecco, Lazio-Genoa e’ una di queste anche perché precederà il doppio viaggio al “Maradona” e allo “Stadium” e ulteriori regali e/o omissioni proprio non sono ammesse.




Insomma, la tattica – per questa sfida – passerebbe anche in subordine se solo non fossimo appassionati del calcio a tavolino. Ecco allora come attaccare il Genoa: innanzitutto non dargli tregua sin dai primi minuti perché una squadra che ha incassato quattro gol in casa – come contro la Fiorentina – certo non scenderà in campo con l’animo sereno. Attaccare Badelj, ad esempio, schermarne le avanzate potrebbe essere un’idea. Come quella di non dare campo alle sgroppate di Thorsby, ex-doriano diventato grifone con disinvoltura. La difesa rossoblu’ non brilla per agilità: insomma le percussioni di Zaccagni, Felipe e Kamada potrebbero essere letali. Fondamentale – come sempre quando si affrontano squadre che ci aspettano nella propria trequarti – sarà tenere alto il ritmo, scambiandosi velocemente palla, senza dare occasione ai rivali di piazzarsi e di limitarci.

Correre, pressare e pensare rapido: ecco la ricetta per incassare i primi tre punti stagionali, cancellando – solo parzialmente – lo stop a Via del Mare. Evidente che, pur in una gara in costante proiezione offensiva, dovremo tenere gli occhi aperti in copertura perché Retegui, Gudmunsson e Malinovsky (se si affaccerà dal tunnel dell’Olimpico) sono tipi che non si tirano indietro se capita l’occasione propizia.

Un altro vantaggio, dopo la super-calura della settimana, sarà quello di giocare con 22-23 gradi, quasi alle 21 di sera. Bisogna attaccarsi ad ogni ipotetica ciambella, ormai, per tornare in sella al Campionato preparando con maggiore serenità le sfide in trasferta a Napoli e Juve…






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