di Giorgio BICOCCHI

Ci vengono a dire: “eh, ma che problema c’è ? Intanto prima o poi le squadre vanno affrontate tutte…”. Come se per una squadra arrivata seconda lo scorso giugno fosse l’ordinario affrontare nelle prime otto giornate Napoli, Juve, Torino, Milan e Atalanta. Ecco il punto allora: non bisognava perdere a Lecce. Un po’ tutti noi – confessiamolo – avevano stimato di conquistare tra Lecce e Genoa tra i 4 e i 6 punti.




Capite bene allora che lo stop a Via del Mare – legittimo, beninteso – ingeneri preoccupazione per il futuro. Perché il rischio adesso – con quella sorta di Everest che ci aspetta, sommando anche gli strascichi delle prime due sfide di Champions – e’ che il nostro ambiente, già tellurico e schizofrenico di suo, alimenti il pessimismo.

Ecco perché non basterà battere il Genoa domenica sera. La squadra dovrà crescere in fretta se vorrà schivare le successive insidie. Tante, numerose, pesanti…

Un eventuale bottino di 4/6 punti nelle prime sue sfide ci avrebbe consentito di vivere senza grandi stress i successivi impegni. Invece la cocente rimonta subita in Salento ci scaraventa già alla sbarra: vietato sbagliare nelle prossime sfide. Col pericolo – complice quel delizioso avvio di stagione che ci hanno confezionato da Vice Campioni d’Italia uscenti – di restare staccati l’8 ottobre prossimo. Staccati, immalinconiti, con un ambiente già in fibrillazione.

Occorre subito – pur essendo a fine agosto – un colpo di coda. Augurandosi che la condizione fisica complessiva della squadra cresca e che i nuovi (Rovella, soprattutto) diano equilibrio e fosforo al telaio. Mentre le altre rivali incroceranno formazioni decentrate noi ce la vedremo con la “crema” della Serie A: poi andate a dire a Sarri che non aveva ragione…






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