Parte male la stagione della Lazio che come nella scorsa stagione esce dal Via del Mare con zero punti. Cambia tutto negli ultimi minuti e le reti di Almqvist e Di Francesco ribaltano il momentaneo vantaggio di Immobile. Le parole di Maurizio Sarri in conferenza stampa:
Calciomercato che dovrebbe essere chiuso prima?
“È una riflessione che riguarda tutti e penso dovrebbe essere condivisa dagli altri allenatori”.
Il calo nel secondo tempo?
“Inaccettabile, e pensare che abbiamo avuto la possibilità di chiudere la partita, ma sarebbe stato ingiusto. Abbiamo smesso di fare una fase difensiva di squadra e loro ci hanno fatto due gol casualmente negli ultimi cinque minuti, ma potevano farceli prima. Nel secondo tempo chi è entrato ha fatto male e chi è rimasto ha fatto male”.
Questione fisica?
“Potrebbe essere, ma non siamo andati in calando. Abbiamo staccato la spina, spero non sia a causa di presunzione per il fatto che eravamo in vantaggio. Non penso che l’aspetto fisico abbia inciso sulla prestazione”.
Le sfide con il Lecce?
“Non abbiamo mai fatto partite di alto livello. Affrontarlo ora è brutto, sarebbe stato brutto per chiunque, sono rapidi e affrontare i tre davanti ad agosto è una rottura non indifferente. Magari a dicembre può essere diverso, ma ora ti mettono in grande difficoltà. Il primo tempo è stato letto bene, nella ripresa non siamo stati intelligenti nella gestione. Non mi è piaciuta la partecipazione difensiva nella squadra”.
Il calciomercato può creare alibi?
“Penso che tutti gli altri allenatori della serie A daranno la stessa risposta, è impossibile gestire una squadra per tanti giorni con il mercato aperto. Non è un alibi solo per noi, è una situazione che coinvolge tutti. Per tutta la settimana ho detto che non voglio sentire alibi, perché la prestazione va fatta in tutte le condizioni. Il secondo tempo di oggi è inaccettabile e non ci sono alibi. Nella curva del Lecce c’era scritto qualcosa sul calcio attuale e io la penso come quei ragazzi. Fino a 25 anni fa il mercato durava un mese l’estate e 10 giorni a novembre e si giocava ogni sette giorni. Oggi invece è cambiato tutto”.
Ha mai pensato all’addio?
“Se avessi voluto fare il furbo lo avrei fatto dopo Empoli, dopo aver ottenuto il secondo posto. Non l’ho fatto perché a Roma sto bene e alla Lazio sto bene. Mi sento responsabile nei confronti della società e dei tifosi, così ho deciso di rimanere”.
Ha paura che possa essere tornato un vizio di superficialità?
“È una fonte di preoccupazione, pensi di aver superato certe problematiche e improvvisamente te le ritrovi davanti nuovamente. Questo è l’aspetto più difficile da digerire e da risolvere”.