di Claudio CHIARINI

La Lazio è una delle poche big del calcio italiano, assieme al Napoli, a proposito della quale non si parla mai, o quasi, della costruzione di uno stadio di proprietà. Al contrario, posto che la Juventus ha già l’Allianz Stadium, si parla moltissimo del nuovo stadio della Roma, di quelli del Milan e dell’Inter e financo della Fiorentina. Tuttavia, alle molte parole, negli anni sono seguiti pochi fatti, e tutti ostili all’edificazione di nuovi e moderni stadi di proprietà dei club.

A Roma la società giallorossa, dopo aver inseguito per ben nove anni il progetto di un nuovo impianto a Tor di Valle, dopo il cambio di proprietà da Pallotta ai Friedkin, ha virato su Pietralata. Ma anche qui i problemi non mancano, perché la popolazione del quartiere è insorta contro il rischio di espropri necessari a realizzare le infrastrutture collegate all’impianto. La proprietà giallorossa dovrà dunque vedersela con una ferrea opposizione prima di proseguire con la costruzione dell’impianto. Dato il rischio di esproprio della propria abitazione i residenti di Pietralata, attivandosi con ben 11 associazioni di zona, avrebbero preannunciato un ricorso al Tar contro la delibera sul pubblico interesse emanata dal Comune di Roma. Nel mirino, in particolar modo, sarebbe l’assessorato all’Urbanistica accusato di aver accelerato l’iter. I residenti minacciano dunque una battaglia giudiziaria fino all’ultimo grado di giudizio “per impedire gli eventuali espropri o allontanamenti che riguarderanno le famiglie abitanti e residenti nell’area individuata”.

A Milano le due squadre cittadine, dopo anni di progetti, litigi e dietrofront, hanno rinunciato al cammino comune che avrebbe coinvolto, rimodernandolo o ricostruendolo, l’attuale stadio comunale di San Siro e sono andate ognuna per la propria strada. Entrambe le società hanno capito che la mossa decisiva da compiere è quella di individuare un’area per costruire il nuovo stadio che sia al di fuori del Comune di Milano. Il Milan ne ha individuate due: quella principale, e preferita, a San Donato Milanese, quella alternativa a Sesto San Giovanni. L’Inter sembra invece orientata verso Assago. Di sicuro il comune di Milano, a causa del proprio immobilismo, quando non del proprio ostruzionismo, rischia ormai di perdere definitivamente il treno non di uno, ma di due nuovi stadi, con tutto l’indotto che ne conseguirebbe, oltre che gli affitti del Comunale di San Siro intitolato a Giuseppe Meazza.

A Firenze il presidente Commisso, arrivato dagli States ricco di dollari e buone intenzioni, si è scontato contro l’ostruzionismo del Comune di Firenze ed ha in breve tempo compreso che qui in Italia, a differenza di quanto avviene negli Stati Uniti, non bastano i capitali per costruire… Pertanto ha compiuto un inevitabile dietro front rinunciando a regalare i suoi danari ai troppo ingordi che nulla stringeranno. Con buona pace dei tifosi Viola rassegnati a convivere col decrepito ed obsoleto stadio Franchi.

La Lazio, così come la Roma, gioca all’Olimpico, uno stadio adatto a tutto tranne che a ospitare partite di calcio, anche se è stato abbattuto e ricostruito proprio in occasione dei Mondiali del 90. Un impianto dove la partita si intravede solo se in possesso di un buon binocolo e dove di moderno e funzionale non vi è nulla. Un vero schifo.

Alla società biancazzurra è stato proposto più volte il “trappolone” Stadio Flaminio, divenuto rudere grazie ai numerosi, ridicoli, vincoli che gravano sull’impianto progettato dall’architetto Nervi trasformato da incuria ed abbandono in una vera e propria discarica al centro di Roma. Il destino del Flaminio è quello di essere demolito dal tempo che, come si sa, è galantuomo e non lo lascerà agonizzare ancora per troppi anni a venire, come invece sarebbe nelle intenzioni delle amministrazioni capitoline che amano servirsene come specchietto per le allodole. Ecco perché non si parla più di quel bel progetto che nel lontano 2004 fu battezzato “Stadio delle Aquile”.

Tale impianto sarà realizzabile solo se Lotito, come stanno facendo in quel di Milano, sposterà le proprie attenzioni fuori raccordo, individuando un comune diverso da quello capitolino per deporre la prima pietra del nuovo stadio della Lazio. In barba al Comune di Roma e al Coni, proprietario del pessimo stadio Olimpico. Ma il presidente biancazzurro ha davvero voglia di dotare la Lazio di uno stadio moderno e funzionale? Se così veramente fosse, allora quale migliore occasione della recentissima elezione a sindaco di Fiumicino di Mario Baccini per individuare assieme all’ex ministro un’area per costruire l’avveniristico Stadio delle Aquile in un’area ben collegata, anche dai mezzi pubblici, al centro di Roma nonchè vicinissima all’aeroporto Leonardo Da Vinci? Il nuovo stadio della Lazio a Fiumicino sarebbe un tassello fondamentale verso la dimensione Europea a cui aspira La Prima Squadra della Capitale.

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