di Giorgio BICOCCHI

Il tema sarà: riusciremo stavolta a dribblare le trappole di Juric? Perché, negli ultimi anni, il bravo tecnico del Toro ha spesso annacquato i sogni di gloria della Lazio. Inizio febbraio 2020: la Lazio di Inzaghi, in rimonta verso il primo posto della classifica, venne bloccata all’Olimpico dal Verona di Juric, sempre presente in campo, autoritario ed autorevole.




Dicembre 2020: una Lazio stanca per gli impegni di Champions perse in casa, sempre al cospetto del Verona.

E poi le recenti gare della scorsa stagione quando il Toro di Juric, sempre in pressing, quasi a toglierci spazio e idee, blocco’ la Lazio di Sarri in entrambe le sfide, recuperate per fortuna sul filo di lana.

Insomma, il “motivo” della prima trasferta stagionale sarà questo: schivare le trappole tattiche che il tecnico croato disseminerà qua e là sul prato del “Grande Torino”. Uscendo rapidamente dalla nostra area, ad esempio, facendo correre i nostri esterni, pronti a tramutare le azioni difensive in offensive.

Lucidità, velocità di pensiero, rapidità: ecco cosa ci servirà per preparare senza stress l’assalto all’Inter di Simone di venerdì 26. Sarà un Toro ancora alla ricerca di una identità difensiva (la perdita di Bremer mica facile da riparare…) ma capace di dare sostanza in mezzo al campo, aggredendoci a tutto campo per poi sprigionare il repertorio di Radonjic – la migliore espressione, forse, della prima giornata di A – e Sanabria.

Ecco, servirà una Lazio corta, paziente e lucida nel colpire. Magari senza aspettare il 98’ perché stavolta Felipone Caicedo non ci toglierà le castagne dal fuoco come avvenne, magicamente, nel novembre 2020 per quel 3 a 4 finale che ancora emoziona…






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