di Alessandro DE CAROLIS

La più dolorosa eliminazione nella storia della nazionale italiana, avvenuta ieri sera contro un avversario nullo come la Macedonia, è il fallimento dell’intero mondo calcistico italiano. I quattro grandi colpevoli sono: il ct Mancini, i calciatori, la FIGC e i club.

Mancini: riuscito nell’impresa storica di non far qualificare al mondiale la squadra campione d’Europa in carica. È anche l’unico allenatore al mondo capace di non far segnare Ciro Immobile. Grave, gravissimo impostare una squadra sulle proprie idee e non sul giocatore migliore. Nessuna verticalizzazione, si gioca solo sugli esterni e quando viene servito solo palle alte o spalle alla porta. Sbagliate le scelte delle convocazioni: basta con gente bollita come Insigne (che sta già pensando alla pioggia di soldi canadesi) o i vari Bonucci, Chiellini, De Sciglio, Emerson. A casa sono rimasti persone come Calabria e Romagnoli (capitano e vice capitano del Milan primo in classifica). Pioli allora non capisce nulla di calcio se fa giocare Calabria lasciando Florenzi in panchina. Lasciare in tribuna gente come Zaccagni (giocatore più in forma degli ultimi mesi)  Zaniolo e Biraghi (cento volte meglio di Emerson e quest’anno pure goleador e assistman) è inspiegabile. Convoca Politano nella sua peggiore annata e lascia a casa un super Caprari. Barella titolare in un periodo senza benzina nelle gambe, mentre in panchina c’é Pellegrini. Allenatore sopravvalutato da mandare a casa subito, oggi stesso.

Calciatori: il più colpevole di tutti é sicuramente Jorginho. Tutto questo non sarebbe successo se avesse segnato almeno uno dei due rigori sbagliati nelle due partite con la Svizzera. Senza scordare l’errore dal dischetto nella finale contro l’Inghilterra (per fortuna senza conseguenze). Mai più con la maglia della Nazionale. Berardi è invece il colpevole prijcipale della serata di ieri, sbagliando due gol fatti. Il primo, a porta vuota, è clamoroso! Non si salva nessuno, forse solo Verratti (autore di una buona prestazione). Per il resto è una nazionale da rifondare tutta. L’ingresso di “nonno” Chiellini è il fallimento del calcio italiano.

FIGC: davvero geniale far giocare il campionato pochi giorni prima degli spareggi per i mondiali. La federazione ha le sue grandi colpe nella condizione non ottimale dei giocatori vista ieri sera in campo. Si deve puntare a una rivoluzione del campionato, dei club, ma soprattutto dei vivai. Finché c’era la regola di massimo tre calciatori extracomunitari nelle rose, il calcio italiano era all’apice del suo successo con i club e con la nazionale. Dimettere qualcuno non basta più, servono nuove idee, nuove regole e più risultati.

I club: la loro crisi nelle competizioni europee si riflette di conseguenza nella nazionale. Le scelte scriteriate dei presidenti nel comprare soltanto stranieri per risparmiare sulle tasse è vergognoso. Ci sono club in cui gli italiani si contano sulle dita di una mano. E quando ci sono i giovani talenti ecco li che sparano cifre capogiro, che determinano altre scelte all’esterno meno costose. C’è anche la mentalità obsoleta di considerare “giovani” e quindi inesperti ragazzi di vent’anni, le cui possibilità di gioco e fiducia aumentano solo dopo i 25 anni. I vivai e le squadre giovanili vanno rifondati e migliorati. Siamo un paese pieno di talenti, bisogna solo saper scegliere e programmare.

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