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di Gian Luca MIGNOGNA
Il dado ormai è tratto. Irreversibilmente. È giusto, sacrosanto e doveroso che la Lazio ed i Caduti Laziali della Grande Guerra siano insigniti con l’ex aequo dello Scudetto 1915. La fondatezza della richiesta è stata dimostrata in tutti i modi possibili ed immaginabili, perché le risultanze documentali hanno comprovato inconfutabilmente che il titolo di “Campione d’Italia 1914/15” non è mai stato formalmente assegnato, che post guerra il Genoa ottenne d’ufficio esclusivamente il titolo di “Campione dell’Italia Settentrionale”, mentre sul campo la Lazio conquistò il titolo di “Campione dell’Italia Centro-Meridionale” e l’Internazionale Napoli (con una sola partita omologata) il titolo di “Campione della Regione Campania”.
Ma da quando in occasione del Centenario della Prima Guerra Mondiale, il 24 Maggio 2015, partì inesorabile la rivendicazione dell’ex aequo, quanti saranno stati coloro che in un modo o nell’altro hanno artatamente tentato di frapporsi, strumentalizzare e/o silenziare le ragioni degli Eroi Laziali della Grande Guerra?
Tanti, tantissimi. Anzi troppo e troppi, senza dubbio alcuno.
In ordine sparso: manipolatori, oscurantisti, ignavi, opportunisti, tramatori, invidiosi, mistificatori, distrattori, iscarioti, servilisti, saccenti, censori, codardi, ipocriti, denigratori, pennivendoli e chi più ne ha più ne metta… Niente che possa fermare la determinazione del Popolo Laziale!
Chissà, forse un giorno si potrà stilare un quadretto più preciso, da consegnare ai posteri ed alla storia. Ma intanto, volendo, come poter definire tutti costoro con un’unica accezione?
Beh, impensabile sia realmente accaduto, ma c’è stato qualcuno che a suo tempo lo ha già fatto per noi e per i nostri Eroi Lazionali.
Ci ha pensato Carlo Alberto Salustri, alias Trilussa, che da eccelso poeta dialettale qual è stato, quando nel 1922 scrisse “L’Aquila” (un caso?), sin da allora chiarí il concetto in maniera ineccepibile: “L’ommini? Da lassù so’ tanti puntini…”.
L’Aquila |
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L’ommini so’ le bestie più ambizziose, Le ville, li palazzi, e li castelli Da quel’artezza nun distingui mica Vedi quela gran folla aridunata 1 Spazzini. 2 Piccino. Da Favole moderne – 1922 |
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Trilussa – Carlo Alberto Salustri (poeta dialettale italiano, 1871-1950) |