di Daniele MARINCIONI

Il sapore in bocca ricorda un amaro dolciastro. E’ un po’ la sensazione provata negli ultimi mesi di fronte ad una serie di situazioni che coinvolgono il mondo Lazio.

Il nastro ha girato bene fino a Febbraio, poi lo stand by che ha fermato il mondo. Nuovamente tasto play a Giugno ma con un’acustica un po’ più logora.

Peccato, ma niente drammi: ad un trofeo ed una Scarpa d’Oro si aggiunge una nuova melodia. Quella dei palcoscenici importanti: la Champions League.

Sogni di una notte di mezza estate. Per essere svegli in quelle di ottobre con stelle importanti da collocare nel firmamento biancazzurro. Che il mercato estivo abbia inizio. Anzi no. Anzi si. Che succede? Accordi, non accordi, SI che diventano NI che si trasformano in NO. Ok si ricomincia a pensare, in un mercato con la mascherina fatto di “possibilità fino ad un certo punto”, di supposizioni senza basi fondate, di critiche, di esigenze pindariche, o semplicemente desiderio di tornare in alto in bello stile. Dove sta la verità?

L’estate della Lazio è stata difficile: il nervosismo e l’ansia da prestazione hanno scaturito isterismi che annebbianti un po’ tutto l’ambiente. Da un lato gli ottimisti a favore delle strategie societarie, dall’altro gli scettici del “e quando succede?”, i critici negazionisti contro ogni forma di operato. Anzi, si aggiungono anche gli “aspiranti addetti ai lavori”: coloro che conoscono le basi del mestiere di giornalista, direttore sportivo, presidente, allenatore senza patentino. Quelli che sanno come si fa, che hanno le fonti giuste che sanno e che dicono.

Tutti hanno ragione con sprazzi di torto nel periodo più difficile nella storia del mondo.

L’unica certezza come al solito ha un solo nome: SIMONE INZAGHI. Colui che trasforma, motiva, compatta e, oserei dire, media. Media tra tutti le componenti il mondo Lazio con il lavoro, con la pazienza, con la tolleranza anche di fronte ai NO.

Simone Inzaghi è l’apostrofo biancazzurro tra le parole LA e LAZIO. Patrimonio che va preservato, mattone che va rinforzato con il cemento armato di anno in anno. Nonostante le voci, le chiacchiere. Se regge Inzaghi regge tutto il sistema Lazio. Ora che si riparte con la solita emergenza infortuni, con le complicazioni del caso, al timone c’è sempre il suo Capitano.

LASCIA UN COMMENTO

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.