Alessandro Calori è intervenuto nella trasmissione radiofonica Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli:




Si fa fatica in questo momento a parlare di sport, tutti i pensieri che si possono avere non sono perorati dai fatti. Prima di parlare di sport credo sia necessario comprendere che tipo di evoluzione possa avere la questione dei contagi. E’ una situazione anomala, nessuno di noi è abituato a tutto questo, a livello di gestione penso che si fa fatica a pensare a cosa fare nel futuro.




In momenti come questi bisogna essere squadra, da Nord a Sud e senza distinzioni politiche. L’unica cosa che conta è fare il bene del nostro Paese, prendere esempio da chi sta dimostrando ampia disponibilità, come mondo bisogna pensare di fare squadra, mettere in piedi questa situazione e farla passare solo quando si potrà essere ottimisti e vedere la fine all’orizzonte di una situazione a livello generale che sta toccando tutto il mondo. Ciò che sta accadendo in Lombardia fa riflettere.

Credo che determinati gesti economici vadano fatti spontaneamente, anche da parte dei calciatori. Ci vuole però una gestione che pensi a tutte le persone in difficoltà, il gesto singolo del calciatore può essere esempio ma il problema del coronavirus non si risolve con iniziative isolate.




Purtroppo non sappiamo quando si potrà tornare in campo, senza certezza sulle date tutte le ipotesi diventano aleatorie. Bisognerà valutare l’aspetto psicologico sul dopo, capire come si potrà ripartire, in che modalità. C’è sicuramente la volontà di tutti, è vero che il calcio è anche un emblema, una questione culturale per le persone, però adesso deve finire in secondo piano e gli sforzi devono essere tesi ad uscire da questa situazione a livello sanitario, sociale ed economico, solo superato questo ostacolo si potrà valutare cosa fare anche nello sport.






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