Ugo Russo, storica voce di Tutto il Calcio Minuto per Minuto, è intervenuto sugli 88.100 di ElleRadio nella trasmissione Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli:




Ho visto una bellissima Lazio a Milano, la data del 31 marzo 2019 è una data da segnare tre volte in agenda, può essere lo spartiacque della stagione biancoceleste. La Lazio ha vinto contro una diretta concorrente in maniera prorompente, sfatando quella diceria che rimarcava come la squadra di Inzaghi non sapesse vincere contro le grandi. La vittoria nel derby è stata meravigliosa, ci poteva e doveva stare anche la vittoria di Firenze, se si può imputare un difetto a questo meccanismo perfetto che Inzaghi ha tirato su è quello di non chiudere prima partite dominate. La Lazio è una squadra coesa, unita, sa fare gruppo: ho ammirato un grandissimo Luis Alberto, posso dire che l’emblema è nella chiusura che 3′ dopo il gol lo spagnolo riesce a fare su Keita, dimostrazione di come tutti i calciatori si siano adoperati per la causa. Il cambio del modulo è stato decisivo, il ritrovato ruolo di Luis Alberto è in grado di dominare la scena, Milinkovic-Savic è di nuovo il padrone di centrocampo e Lucas Leiva, a parte un paio di sbavature, è stato il cervello di questa squadra.




In difesa vanno spese parole di elogio per il solito Acerbi e per Luiz Felipe, portentoso nelle chiusure difensive. C’è una crescita importante di alcuni elementi, Bastos da tempo aveva dimostrato di poter diventare una pedina insostituibile. Secondo me l’angolano ora è una certezza, ha sostituito egregiamente Radu a sinistra, è un giocatore versatile con la capacità di proporsi anche in attacco, come si è visto ieri quando uno strepitoso Handanovic gli ha detto di no. Luiz Felipe è stato limitato dagli infortuni ma quando è in condizione è fenomenale e come detto Acerbi è stato uno dei migliori acquisti degli ultimi anni e non fa certo rimpiangere uno come De Vrij.

Giorgio Chinaglia è stato sicuramente un grandissimo giocatore ma anche una grandissima persona, nonostante le contestazioni. Aveva un’umanità incredibile, legava molto spesso con giornalisti che diventavano suoi amici, è stata una grande perdita per la Lazio e tutto il calcio italiano. E’ stato un gigante buono, coinvolto in qualche polemica come quella del Mondiale del 1974, ma ha insegnato moltissimo ai giovani e ha messo a proprio agio e fatto lavorare al meglio molti operatori dell’informazione.




Penso che la Lazio debba dire grazie all’Inter, al di là dei grandi meriti della partita di ieri: non si capisce come una squadra terza in classifica possa rischiare di perdere l’obiettivo, incaponendosi col lasciare Icardi fuori. In questa maniera stanno facendo capire a questo giovanotto che non può comandare nell’Inter, ma quando è uscito Keita l’Inter giocava con sette centrocampisti e nessun attaccante, in quel momento ho capito che la Lazio non avrebbe corso più pericoli. Marotta sta trovando difficoltà nel poter lavorare in questo club che appare sfasciato in questo momento. La Roma è ancora lì anche grazie a qualche episodio infortunato o a qualche decisione arbitrale. Le vittorie contro Bologna, Frosinone ed Empoli sono state indicative. La Roma di quest’anno è la fotocopia sbiadita di quella degli ultimi cinque anni: la preoccupazione deriva dalle parole di ieri di Ranieri che addirittura ha detto: “Arrivavamo sempre secondi sul pallone, il pareggio è arrivato casualmente.” Certe scelte dell’allenatore però sono incomprensibili, come quella di preferire Schick a Zaniolo.






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