di Fabio BELLI

Con l’avvento della presidenza Gravina, c’è grande attesa per una possibile svolta riguardo la rivendicazione dello Scudetto 1915 da parte della Lazio, avanzata dal promotore avv. Gian Luca Mignogna e accolta da varie istanze del mondo laziale.




In questi giorni sono salite alla ribalta nuove rivendicazioni, del Genoa per il titolo del 1925 conteso al Bologna e dal Torino per lo Scudetto revocato nel 1927. I media nazionali, con un articolo sull’edizione online de La Repubblica e un servizio del Tg5, parlano anche della rivendicazione laziale sostenendone anche le tesi già approvate dalla Commissione dei Saggi della FIGC nel 2016.




Scrive Maurizio Crosetti su “La Repubblica”: “Retrocedendo fino a quando regnavano i dinosauri, si scopre che la Lazio avrebbe non pochi titoli per reclamare il campionato di guerra 1914/15, quello che ancora oggi non si capisce bene perché venne assegnato al Genoa. A quel tempo il “Zena” dettava legge e arrivava quasi sempre in finale: gli scudetti, allora, si assegnavano così. Ma nel 1915 la Grande Guerra impedì al pallone di rotolare fino in fondo, e il torneo fu chiuso in anticipo. A conflitto chiuso, lo scudetto andò al Genoa e lì è rimasto. Qualche anno fa, però, un gruppo di attenti e pazienti tifosi laziali non in concerto con Lotito (ci tengono a precisarlo) fece speleologia e archeologia in quella lontana stagione, ricostruendo il vero percorso di Lazio e Genoa anche in mancanza di almanacchi e libroni ufficiali (non li possiede neppure la Federcalcio). Ebbene, saltò fuori che la Lazio si era effettivamente qualificata per le finali, e il Genoa no. L’apposita commissione messa in piedi da Tavecchio, en passant grande amico di Lotito, dopo attenta indagine ha affermato che uno scudetto ex aequo a Genoa e Lazio per quel 1915 bellicoso si deve davvero assegnare. La pratica non è stata ancora evasa ma neppure archiviata: chissà che non sia proprio la Federcalcio di Gabriele Gravina, già “nemico” del buon Lotito, a dare alla Lazio quello che forse alla Lazio spetta.




Questo invece il video del servizio dedicato dal Tg5 alla vicenda nell’edizione di giovedì 1 novembre 2018:






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