di Gian Luca MIGNOGNA

Verbale del Consiglio Federale del 19 luglio 2016 (SCARICA PDF)

Il Piave mormorava, il Tevere mormora ancora. Certo. Sono passati esattamente due anni, infatti, da quando il Consiglio Federale della Figc acquisì agli atti il Parere dei Saggi che, riconoscendo l’estrema fondatezza della tesi dello scrivente e del Comitato Promotore della rivendicazione, indicava l’assegnazione ex aequo dello Scudetto 1915 a Lazio e Genoa come unica soluzione onde ovviare all’incredibile vulnus giuridico/sportivo, provato e documentato, in merito all’acquisizione unilaterale di quel titolo tricolore.




Il Piave mormorava, il Tevere mormora ancora. Certo. Era il 19 giugno 2016 quando l’ex Presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio, come da relativo verbale federale, consegnò a ciascun Consigliere Federale una copia della Relazione dei Saggi che, come da egli stesso dichiarato, di lì a poco sarebbbe stata portata in disussione per ratificarne i contenuti.

Il Piave mormorava, il Tevere mormora ancora. Certo. Perché da quel giorno si sono susseguite crisi sistemico/istituzionali mai viste prima. Consiglieri Federali decaduti. Lotte intestine alle Leghe per eleggerne di nuovi. Le dimissioni di Carlo Tavecchio. La mancata elezione del nuovo Presidente della Federcalcio. Il conseguente Commissariamento da parte del Coni. Un muro contro muro tra correnti istituzionali che altro non ha fatto che danneggiare gli interessi, l’immagine e la capacità di giustizia del calcio italiano, che su questa questione dell’assegnazione ex aequo si sta giocando una grande fetta di credibilità.

Il Piave mormorava, il Tevere mormora ancora. Certo. Perché due mesi fa i Consiglieri Federali mancanti sono stati finalmente eletti, ma il nuovo numero uno di Via Allegri ancora no. Non c’è ancora un Presidente della Federcalcio con cui poter serenamente ed obbiettivamente interloquire. Anzi, è di pochi giorni fa la notizia che il Coni ha prolungato d’ufficio il Commissariamento sino al 10 dicembre 2018.




Il Piave mormorava, il Tevere mormora ancora. Certo. Perché viene forte il sospetto che proprio l’assegnazione dello Scudetto 1915 alla Lazio possa essere uno dei più grandi pomi della discordia in seno e tra le istituzioni, tutto politico e non certo legale, che però sono chiamate dalla storia, dal diritto e dai principi olimpici a battere forte un colpo per restituire a Cesare (la Lazio) quel che era di Cesare (lo Scudetto 1915).

Il Piave mormorava, il Tevere mormora ancora. Certo. Perché il fiume capitolino è stato testimone della fondazione dell S.S. Lazio su una panchina a Piazza della Libertà, ha visto i calciatori biancazzurri battersi e vincere sui campi di calcio e poi sacrificare la propria Libertà per dirigersi verso i campi della Grande Guerra ed ora teme che qualcuno o qualcosa, per becero campanilismo, possa tentare di mettere a repentaglio la Libertà con cui chi di dovere, almeno a posteriori, dovrebbe tutelare i meriti, le ragioni e la memoria degli Eroi Laziali del 1915.

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