di Stefano BELLI

Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, è intervenuto a margine del convegno della Compagnia Portuale Civitavecchia dedicato a diritto sportivo e antidoping. Un excursus a 360° sulla sua esperienza da patron biancazzurro:




Quando sono arrivato alla guida della società ho trovato una situazione particolare, ancora oggi a distanza di 15 anni mi chiedo come ho fatto a risolvere un problema di quel tipo. La Lazio fatturava 84 milioni, ne perdeva 86,5 e aveva 550 milioni di debiti. Credevo fosse immorale pagare determinate cifre che non producevano risultati economici e sportivi.




Alla Lazio oggi c’è un clima diverso perchè hanno capito che l’unione fa la forza. Una società che ha dietro un popolo, un esercito di appassionati, ha un grosso potere contrattuale. Se esso viene utilizzato in forma costruttiva si possono fare cose importanti. Oggi devo dire con molta onestà che hanno rivisitato i vecchi comportamenti e che Lotito non era poi così male rispetto a tante situazioni.”

“Inzaghi aveva un contratto a 4,7 milioni, io gli proposi 5,3 milioni spalmati in 5 anni. Lui accettò riconoscendo anche i sacrifici che stavo facendo e mi disse che voleva un giorno fare l’allenatore. Una promessa mantenuta. Lui è partito dagli allievi regionali e ha fatto la scalata. Lo volevo poi portare a Salerno e lui mi chiedeva quando avrebbe firmato. Ho preso tempo, dall’altra parte avevo Bielsa. Un allenatore che cambiava continuamente idea. Non voleva più giocatori una volta presi e ne voleva altri. C’era Simone quindi che aspettava una risposta. L’ho chiamato che stava a Milano Marittima e lui venne a Formello per firmare. I soldi? Gli dissi, decido io, tu firma, allenerai la Lazio. Lui ha sempre avuto grandi capacità, come Tare. Con Igli ricordo quando non volli rinnovare il contratto. Gli dissi che avevo un’altra idea. Avrebbe fatto il corso e sarebbe diventato il direttore sportivo.”




“Prendere la squadra dal fallimento a 0 sarebbe stato più facile, ma avere nella propria storia certi valori e un anno di nascita del 1900, sono aspetti che non possono andare persi. Andavano salvaguardati e non ricomprati. La Lazio ha sempre avuto questi tratti nobili che ancora oggi si porta dietro al contrario dei dirimpettai, partecipativi ma chiassosi, anche se poi stringendo non vincono nulla. Le due tifoserie sono opposte nello stile. “






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