di Fabio BELLI

Che la Sindaca Virginia Raggi non avesse particolarmente a cuore le sorti laziali, lo si è visto già da alcuni particolari che avevano messo in guardia tutto il pubblico biancazzurro. Dalla maglia ufficiale inviata in dono dalla società per il figlio, tifoso laziale, rispedita al mittente (per un’improbabile “imparzialità” venuta evidentemente meno quando è stato il momento di scattare mille foto con Francesco Totti) fino al mancato ricevimento in Campidoglio della squadra dopo la vittoria in Supercoppa Italiana, prassi che non era mai mancata con le tanto citate “precedenti amministrazioni”.




Ma con le dichiarazioni odierne, durante l’iniziativa “A scuola di tifo“, organizzata da Roma Cares e Roma Capitale, la Sindaca è uscita definitivamente allo scoperto: “Vengo da una famiglia in cui mio marito è tifoso della Lazio, ma io ho una forte simpatia per la Roma, con cui stiamo facendo cose importantissime. È stata una bellissima giornata, perché per noi i ragazzi sono il futuro di questa città e di questo Paese. Iniziare sin dalle scuole a instillare principi relativi alla convivenza pacifica, al rispetto reciproco, all’importanza dello sport, che non è solo il modo di mantenere una forma fisica, ma un modo per entrare in contatto e in relazione con gli altri, imparare sia sport individuali che di squadra, come può essere il calcio. Questo fa crescere delle persone più consapevoli, e tutto questo ci servirà per creare una società un po’ più armoniosa di come l’abbiamo trovata noi. Per me e per noi, i bambini sono assolutamente fondamentali. Iniziare da loro per costruire una società migliore in futuro è fondamentale.”




Assolutamente legittimo, per carità. Ma chi si era incaponito nell’affibbiare simpatie laziali alla Sindaca, dovrà probabilmente (e finalmente) ricredersi…



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