Nel giorno del suo 81esimo compleanno, Franco Janich è intervenuto sugli 88.100 di ElleRadio nella trasmissione Laziali On Air:




La Coppa Italia del 1958 è stata una grande conquista. Avevamo eliminato il Marzotto e la Juventus, poi ci fu quella finalissima contro la Fiorentina. Non avevo partecipato alla prima fase di quella Coppa Italia: la cosa più bella che ricordo è la fiaccolata con i giornali che tenevano in mano gli spettatori, un’iniziativa che per l’epoca fu molto particolare ed illuminò tutto lo stadio, nello straordinario scenario dell’Olimpico ancora scoperto.




All’epoca la Lazio non navigava in acque particolarmente floride a livello economico, ma c’era gente seria nella dirigenza e ottimi giocatori, a partire dal capitano Bob Lovati, e poi un grandissimo allenatore, Fulvio Bernardini.

Della Lazio attuale mi piace l’allegria che trasmette in gruppo, e lo spirito di sacrificio. Simone Inzaghi è un bravissimo tecnico che sa anche sorridere, non pensa solo ad urlare e fare il sergente di ferro, e questo è importante perché sa essere anche un compagno di squadre per i giocatori, immedesimandosi in essa, così come i giocatori sanno immedesimarsi in lui. Quando c’è sintonia di interpretazione viene più facile giocare: io ho avuto la fortuna di avere Bernardini come allenatore che sapeva trasmettermi questa serenità.




La Lazio ha grandi centrocampisti: Parolo mette quantità, ma è un giocatore che crea sempre qualcosa, le sue giocate non sono mai casuali. Lucas Leiva è un giocatore di sintesi, non deve fare tutto lui in campo, sa fare benissimo quello che sa fare. Anderson è un gattone eccezionale, oltre che graffiare sa anche fare le fusa in campo, insiste anche quando sembra che le cose non riescano ad andare.






LASCIA UN COMMENTO

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.