di Fabio BELLI

Luis Nani ha concesso una lunga intervista sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport“, toccando molti temi. Dopo un lungo recupero da un infortunio e il primo gol in Serie A contro il Benevento, dal derby in poi l’asso portoghese sarà una risorsa a tempo pieno per Simone Inzaghi. Ecco alcuni stralci delle sue dichiarazioni rilasciate alla “rosea”:




Sulle prospettive future della Lazio:Sono arrivato in un grande club, che ha una storia gloriosa e che sta tornando ai livelli che aveva una quindicina di anni fa, quando era tra i migliori d’Europa. Ci sono tutti i presupposti per far bene.




Sugli obiettivi stagionali:Non siamo in alto per caso. Però dobbiamo restarci e non sarà per niente facile. Se dovessimo farcela allora ogni traguardo sarebbe possibile, anche lo Scudetto. Ma adesso non ha senso parlarne. Se però a cinque giornate dalla fine ci trovassimo ancora lì…




Sul suo stato di forma:Quando sono arrivato ero reduce da un infortunio e ci ho messo un po’ per recuperare la condizione. Ora però mi sento bene e cercherò di dare alla squadra tutto quello che posso. Sono stato accolto benissimo, non vedo l’ora di ricambiare.”

Su Simone Inzaghi:Ha tutto per diventare un grandissimo tecnico. È completo, ma la cosa che mi colpisce di più è come riesce a motivare ogni singolo calciatore per ciascuna partita.




Sul derby:È da quando sono arrivato che non mi parlano d’altro. Ho vissuto i derby a Manchester, Lisbona e Istanbul. Dappertutto è così, ma quello di Roma mette i brividi. Macheda ai tempi di Manchester mi ha istruito bene sul derby. Eravamo molto amici all’epoca e lui parlava sempre e solo della Lazio… E poi, avendo preso casa in centro, l’atmosfera della città. So tutto…




Sui connazionali Pedro Neto e Bruno Jordao:Se Jordao e Neto sono qui vuol dire che le qualità le hanno. Ma dipende tutto da loro. Io cerco di aiutarli, ma è bene anche non mettergli troppa pressione.




Sul Portogallo e il Mondiale:Non lo nego, è un mio grande obiettivo. Ne ho giocato uno solo, nel 2014, perché nel 2010 ero infortunato. Quello della prossima estate in Russia non voglio perderlo. Col Manchester ho vinto Premier, Champions e Mondiale per club. Ma l’Europeo con la mia nazionale è stato una cosa indescrivibile. Non dimenticherò mai la gioia dell’intero Paese dopo la vittoria.






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