di Gian Luca MIGNOGNA

Non é mai stato sufficientemente chiarito perché la Roma senta costantemente il bisogno di lazializzarsi, ma questo oramai é un dato di fatto inconfutabile, incontestabile ed incontrovertibile.




Negli anni ’20 il primo ad esser stato carpito dalla sponda biancazzurra del Tevere per esser trafugato su quella giallorossa fu Fulvio Bernardini, primo romano e primo laziale a vestire la maglia azzurra della nazionale. Solo per citarne alcuni, dopo “Fuffo”, si rammentano a memoria lo svedese Arne Selmosson, il talentuoso Vito D’Amato, il gioiellino Carletto Perrone, l’ex bandiera Lionello Manfredonia, fino ad arrivare in tempi più recenti a Luigi Di Biagio, Roberto Muzzi e Diego Fuser.




Spesso e volentieri “guadare” il Tevere non ha mai portato grandi fortune a chi si è “macchiato” di tali gesta. Anzi, tutt’altro. Chi lo ha fatto si é infilato irreversibilmente nell’occhio del ciclone, finendo con l’esser contestato da entrambe le tifoserie capitoline.




L’ultimo di tali arditi “transfughi” si è rivelato Aleksandar Kolarov, passato in giallorosso proprio nella attuale sessione di calciomercato. Una parte dei tifosi della Roma, tuttavia, come era prevedibile non ha per nulla accettato il suo passato laziale. Così come i fans biancazzurri non gli hanno affatto perdonato il suo “alto tradimento”, condito con promessa di esultanza in caso di suo eventuale gol al derby (Tiè!).




Se i laziali si sono limitati ad esporre qualche striscione contro il loro ex giocatore, tuttavia, non altrettanto é accaduto sul fronte romanista. I “writers giallorossi” infatti, come ha documentato ‘Il Messaggero’ (Foto), si sono resi artefici di ignobili scritte su alcuni muri della capitale, atte ad offendere pesantemente la memoria di indimenticabili bandiere biancazzurre, quali i compianti Luciano Re Cecconi e Giorgio Chinaglia.




Più precisamente sono apparse su alcuni muri di Roma le seguenti scritte: “Kolarov come Re Cecconi” e “Non dimentichiamo il tuo passato con quella lurida maglia. Ti auguriamo la stessa fine di Chinaglia. Kolarov bastardo laziale“, parole più che eloquenti riservate al calciatore serbo proprio all’indomani della partita Roma-Inter di sabato scorso.

Quel che più ha sorpreso, ad ogni modo, non è stata tanto l’estrema idiozia degli autori di tali “saggi culturali”, quanto più l’assordante silenzio di quei nostrani benpensanti cui, stavolta, non é sfuggita nemmeno una parolina di censura verso chi ha vilipeso la memoria di uomini che purtroppo son passati a miglior vita, lì dove non conta più esser stati laziali o romanisti…

Vergogna, Vergogna, Vergogna!




L’ignavia é un vizio capitale, in tutti i sensi, ma lo è ancor di più se ad attuarla é qualche opportunista intellettualoide che decide di insorgere per alcuni goliardici manichini post derby se di fonte biancazzurra, ma non per alcune riprovevoli scritte ingiuriose se di fonte giallorossa!

Perdoniamo loro, se possibile, che non sanno quel che fanno…






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