di Fabio BELLI

“E’ fatta”, “Affare concluso”, “La Lazio ha chiuso per…”, “Parti vicinissime”. In questi giorni abbiamo sentito rimbalzare voci e frasi sul mercato della Lazio tali da disorientare anche Bear Grylls. E non si parla certo delle trattative ipotizzate, degli accostamenti e delle ipotesi, che in fondo si susseguono freneticamente, in questo periodo senza calcio giocato, per tutte le squadre di tutti i campionati.




Il problema è dare per fatti affari che fatti non sono: si è cominciato con il rinnovo di Lucas Biglia, “solo una formalità” per 5 mesi, quando l’addio si è schiantato fra capo e collo di Inzaghi che aveva sempre considerato il suo capitano un imprescindibile. Poi è toccato a De Roon, per il quale l’accordo era stato raggiunto in sostituzione di quello che era un altro colpo in via di definizione, Klaassen dell’Ajax. Si parlava di un’offerta tra i 10 e i 12 milioni, poi il fatto che si sia accasato all’Everton è una pura coincidenza.







D’altronde De Roon e Klaassen rispondevano al profilo di quei giocatori, un olandese e un brasiliano, che la Lazio aveva già in pugno. L’altro era Rodrigo Caio, praticamente già biancazzurro da due anni, praticamente nessuno l’ha ancora visto, forse bisognerà attendere che qualche tv acquisti i diritti del campionato brasiliano. Stendiamo poi un velo pietoso su operazioni concluse al 100% in quanto minori, annunciate come affari fatti: dal difensore paraguaiano Balbuena fino a tale Marquinhos Cipriano, diciottenne di belle speranze dato per “fatto” e poi come sempre smentito.




E confusione sembra esserci anche su Stefan De Vrij, che alcuni segnalano come in procinto di firmare il rinnovo con clausola una volta messo piede ad Auronzo, altri invece lo segnalano implacabilmente deciso a portare a termine il suo contratto per poi tagliare la corda nel 2018 a parametro zero. L’ultimo tassello si è aggiunto con Fabio Borini, annunciato in procinto di sbarcare a Roma, ma che in mattinata ha deciso per una piccola deviazione da Fiumicino a Malpensa, direzione Milan. Insomma, la solita ecatombe estiva di nomi, forse qualcuno trattato o quantomeno avvicinato veramente, qualcuno verosimilmente neanche mai passato sul taccuino del DS Tare.




Certo, come ogni anno il calciomercato della Lazio appare in ritardo: questa è l’unica certezza. Conti alla mano, a Inzaghi servirebbero un esterno destro, un centrocampista di movimento e un’alternativa d’attacco a Immobile, oltre ai sostituti (di livello) di Biglia e Keita. Più un difensore centrale se il lieto fine sul rinnovo non ci fosse neanche per De Vrij. Senza dimenticare i molti esuberi da piazzare: Perea, Kishna, Morrison, Mauricio e diversi giovani.




Un anno fa la situazione non era molto migliore, con Jordan Lukaku che arrivò solo ad Auronzo, a metà luglio, per poi dare il via a una buona campagna acquisti e cessioni. Ma, piccolo particolare, tutto si sbloccò dopo la cessione di Antonio Candreva. E allora l’impressione è che si potrà dire “è fatta” solo quando almeno uno tra Biglia e Keita partirà davvero. Altrimenti, lo spartito d’avanspettacolo sarà sempre lo stesso: niente “polvere di stelle”, solo “bambole, non c’è una lira…”






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