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di Fabio BELLI

Il direttore editoriale di Laziostory.it, Gian Luca Mignogna, in qualità di promotore della rivendicazione dello Scudetto 1915 per la Lazio, è intervenuto sui 98.100 di RadioSei nella trasmissione “Quelli che hanno portato il calcio a Roma“, condotta da Guido De Angelis e da Stefano Morelli, per fare il punto sul procedimento di riesame pendente in FIGC, per rispondere all’articolo pubblicato ieri mattina su Il Tempo da un legale romanista che si opponeva con forza alla possibilità dell’assegnazione del titolo 1915 ai biancazzurri e per parlare di un contro-articolo e della propria replica pubblicata oggi in prima pagina e nelle pagine sportive del medesimo quotidiano a firma dello stesso avvocato Mignogna.




La situazione è in una fase di stallo visto che lunedì ci sarà il completamento del Consiglio Federale, con Tavecchio che ha ormai deciso di arrivare alla decisione attraverso un passaggio consiliare. Nei giorni scorsi ero stato buon profeta quando dicevo che temevo che la decisione potesse diventare ostaggio di decisioni politiche: c’è però tutto un mondo laziale prontissimo a reagire. Se qualcuno si metterà di traverso, senza dare troppo spazio a chi vuole sabotare, ci sarà sicuramente la giusta ed adeguata risposta.




“La storia dello Scudetto 1915 non mi tornava sin da bambino, dagli almanacchi era evidente quanto i diritti della Lazio fossero stati negati. La storia è iniziata col pezzo lanciato sul Nuovo Corriere Laziale in occasione del Centenario della Grande Guerra. Il passo successivo fu quello di passare ai fatti: appurato che la Polisportiva non poteva muoversi perché non affiliata alla FIGC, né tantomeno poteva farlo la Lazio Calcio per il conflitto di interessi del presidente Lotito, decisi di lanciare la petizione su Change.org nella speranza di raggiungere almeno 30.000 firme. In quell’occasione fui aiutato da Il Tempo, che riservò una bella prima pagina all’iniziativa. Poi tante iniziative hanno portato a superare le 30.000 firme, come gli aerostriscioni, la sfilata delle auto storiche, le raccolte firme e così via.




Essendo il diritto sportivo un settore del diritto amministrativo, decisi di forzare un po’ la mano formulando alla Figc una richiesta in proprio d’apertura di un procedimento d’ufficio: il presidente Tavecchio si dimostrò sensibile ed aprì il procedimento di riesame, nominando poi la Commissione dei Saggi formata da persone di grandissimo spessore nel mondo del diritto. Commissione composta da cinque persone di altissimo livello tra cui ricordo il presidente Fabio Santoro, che all’epoca era anche Presidente del Consiglio di Stato. L’avvocato dello Stato, Maurizio Greco, i giuristi Paolo Cirillo e Maurizio Sferrazza, nonché il giudice del TAR del Lazio Mastrocola. Esperti straordinari che si sono presi il loro tempo ed hanno compiuto una propria istruttoria che ha confermato come la Lazio fosse con tutti e due i piedi in finale, più vicina al titolo dello stesso Genoa. nella loro relazione è detto a chiare note che la Federazione dell’epoca si piegò acriticamente alle pressioni del Nord per l’assegnazione del titolo al Genoa, mentre i giornali sportivi romani dopo la Grande Guerra chiusero i battenti e non poterono portare avanti alcuna battaglia.




E’ importante che la gente sostenga al massimo la rivendicazione. Questo sopruso ci è stato inflitto con la complicità della storiografia ufficiale, che per decenni ha nascosta la verità: quello che ho scoperto con la collaborazione di Fabio Belli, Pasquale Trane, Emiliano Foglia, Luigi Salomone, Federico Felci ed Alessandro Soddu è uscito fuori da scantinati, archivi, fonti che erano state dimenticate oppure occultate. Era tutto lì, ma la storiografia ufficiale, per l’appunto, aveva omesso di tramandarlo. Per contestualizzare gli accadimenti, bisogna pure considerare che all’epoca d’altronde i mezzi di comunicazione non erano così capillari, poi però la questione è rimasta sotto il tappeto a partire dal 1927, quando iniziò la crociata contro la Lazio in questa città.




La mia risposta alle tesi formulate ieri da un collega di fede romanista sul Tempo è semplicissima: si tratta solo di un tentativo di depistaggio e sabotaggio alla nostra tesi che invece è sacrosanta. Ieri si è scatenata una tempesta in un bicchiere d’acqua, visto che quanto emerso dall’articolo su Il Tempo era già stato oggetto mesi fa di confronto con Il Fatto Quotidiano. Non abbiamo occultato niente, abbiamo portato fatti nuovi inconfutabili e qualunque tentativo di depistaggio non cambia lo stato delle cose. La partita incriminata, quella tra Internazionale di Napoli e Naples, è stata senz’altro annullata come dimostra il comunicato federale che abbiamo rinvenuto. Ci furono irregolarità di tesseramento: qualcuno ora prova a dire che è stata rigiocata. Esiste un solo trafiletto della Gazzetta dello Sport che parla della disputa del primo match, senza che però via sia prova che si fosse giocato l’eventuale. E’ bene evidenziare, inoltre, che il trafiletto parla di campionato “nuova edizione” e non di quello allora in corso. né si capisce se si trattava di un match di Prima Divisione o di categoria inferiore e tantomeno vi è prova che tale incontro sia stato ufficiale ed omologato. Giova ricordare, inoltre, che comunque il Napoli ha un numero di matricola e di iscrizione federale diverso dalle precedenti squadre napoletane, per cui non potrebbe in ogni caso reclamare alcunchè. Le vere omissioni, a ben guardare, sono di chi porta avanti queste tesi antilaziali, come ho ben spiegato con un articolo a mia firma pubblicato oggi sulla prima pagina e nella pagine sportive del Tempo.




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