di Arianna MICHETTONI

Ricordate quando si diceva che l’Atalanta fosse la squadra più in forma del campionato? E quando l’Inter era data in orbita Champions? Ora, dopo essersi prima vicendevolmente escluse da tali logiche e poi fermate dai risultati – è notizia fresca il pareggio dei nerazzurri contro il Torino – cosa creeranno coloro che della Serie A ne hanno un’interpretazione esegetica è quasi facile da decifrare.




Si sta insomma concretizzando l’eventualità che di Lazio si parli davvero, e non a denti stretti e sorriso sincopato: la squadra di Inzaghi, ha, al momento, il miglior rendimento dopo la Juventus – la squadra che ha già vinto lo scudetto, nessuna incertezza – e può (meglio, scaramanticamente, potrebbe) allungare lo score positivo nella trasferta di Cagliari. Non che sia una sfida facile, certo: ma la differenza di organico, di ambizione ed anche di entusiasmo ci si augura producano un divario tanto ampio sul campo quanto è, potenzialmente, quello che ne risulterebbe in classifica per la Lazio. Il Milan, già a -6 dai biancocelesti, affronterà fra poco il Genoa, e sul rettangolo di gioco scenderanno, per i rossoneri, le ultime speranze di agguantare un posto in Europa; un obiettivo ai danni dell’Atalanta – ai bergamaschi, invece, l’ingrato compito di ago della bilancia delle sorti del Pescara.




Poi, guardando avanti (con un pizzico di entusiasmo tanto estraneo all’ambiente Lazio) c’è Napoli – Empoli nell’anticipo domenicale e Roma – Sassuolo nel posticipo: e se entrambe le formazioni di casa hanno più di un motivo per esibire una prova di forza, è quantomeno lecito credere che le avversarie ben figureranno da sparring partner – quanta corrispondenza di amorosi sensi tra Sarri, Empoli, Roma e Di Francesco! Ma al di là della lotta di vertice, quel che più interessa è il dato numerico del fondo della classifica: Palermo, Crotone e Pescara hanno, sommati, gli stessi punti di Cagliari, Bologna e Sassuolo singolarmente: chi sostiene ci sia ancora una lotta per la salvezza può prendere ripetizioni di matematica.




Però Bologna – Chievo, Udinese – Palermo e Crotone – Fiorentina si disputeranno lo stesso: per la regolarità del campionato, per la quota della schedina (puntualmente persa per una!) e perché è romantico credere che qualcuno giochi ancora per amore.




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