L’ex assessore all’urbanistica Paolo Berdini, in occasione della presentazione del libro “Fuori Raccordo” di Carlo Cellammare, continua a tuonare contro lo Stadio della Roma.
“Per me resta una bruciatura, perché chi propone lo stadio è lo stesso che ha sbandierato la propria centralità alla Bufalotta fatte passare come le perline con gli indios. Si parlava di 300mila metri quadrati per fare uffici. Poi è arrivato un commissario ad acta perché il Comune prima con Marino e poi con la gestione prefettizia non rispondeva. Così gli uffici sono diventate abitazioni. Ecco… mentre faccio quell’operazione alla Bufalotta, a Tor di Valle chiedo il cambio di destinazione d’uso da agricolo a non residenziale. In quale altra città del mondo avviene questa truffa?”.
Parole molto pesanti e subito dopo arrivano quelle di Vittorio Sgarbi, che nelle ultime settimane ha spesso parlato delle questioni legate allo Stadio della Roma e a un futuro Stadio della Lazio. Il professore a Radio Incontro Olympia ha evidenziato due concetti destinati a far discutere ancora:
“E’ matematico che lo Stadio della Roma non si farà,” ha spiegato, “i vincoli della Soprintendenza non sono superabili, Tor di Valle è un’idea che già appartiene al passato.”
Questo nonostante il disco verde da parte dell’Amministrazione Cinque Stelle di qualche settimana fa. E anche sullo stadio Flaminio potrebbero esserci secondo Sgarbi sviluppi inaspettati, rispetto a quanto si diceva negli ultimi giorni:
“Ho parlato personalmente con Lotito, e se determinate condizioni cambieranno, il Flaminio potrebbe diventare la nuova casa della Lazio. La sua chiusura non è affatto totale come si dice, ma devono cambiare alcune condizioni che al momento non rendono per lui praticabile l’idea. Andrebbero comunque resi edificabili i suoi terreni sulla Tiberina per la realizzazione di determinate strutture e per massimizzare i ricavi, ma per il resto non c’è alcuna preclusione a prescindere. Il Flaminio è un’opera nobile che nobiliterà la squadra che se lo prenderà”
