di Fabio BELLI

Senad Lulic è intervenuto in conferenza stampa presso il centro sportivo di Formello per parlare con i giornalisti del momento attuale della Lazio, dopo il ko in casa della Juventus e in vista della prossima sfida di campionato allo stadio Olimpico contro il Chievo.




A Torino non sei sceso in campo perché squalificato, ma ritieni che questa partita vi abbia dato o tolto qualcosa?Per me adesso è un po’ difficile parlare perché non ho partecipato al match, ma andare a Torino e vincere non è facile per nessuno. Servirebbe la gara perfetta che non siamo riusciti a fare. Penso che questa sconfitta abbia messo in luce lacune di gioco già viste nelle tre vittorie precedenti nel 2017. Dobbiamo dare molto di più per vincere, ma non dico che questa sconfitta fosse nell’aria, ma contro Atalanta e Genoa avremmo avuto difficoltà se gli avversari fossero stati più forti. Dobbiamo ripartire subito contro il Chievo.




Questo campanello d’allarme significa che qualcosa è cambiato rispetto al girone d’andata?Sì, non vedo più quella voglia e quella rabbia nei duelli e nei contrasti. Contro l’Atalanta ed il Genoa mi sono accorto sul campo che non eravamo quelli di due mesi fa.

Qual è la ragione di questo cambiamento?Ognuno deve lottare per il compagno, per la maglia e per i tifosi e questo spirito di sacrificio nelle ultime partite è venuto meno. Dobbiamo rimettere i piedi per terra e ripartire così come abbiamo fatto ad Auronzo, dove abbiamo lavorato sovvertendo quello che si diceva di noi in estate.




Cosa vi ha detto Inzaghi dopo la partita di domenica? Si è parlato di colloqui individuali…Sicuramente abbiamo analizzato gli errori sui gol e tutto il resto, ma non è il mister che ci deve dare la voglia che ognuno deve avere dentro di sé per dare il massimo per la squadra.

Contro il Chievo che partita sarà?E’ un altro avversario tosto, il Chievo è molto forte sui palloni alti, è una squadra fisica. Servirà una partita di sacrificio, loro sono bravi a chiudersi e ripartire e dovremo avere pazienza di fare girare velocemente il pallone e di credere nella vittoria come abbiamo fatto con il Crotone.




I contratti che non si rinnovano possono creare situazioni interne spiacevoli?Questo non lo so, ritrovarsi in situazioni di incertezza sicuramente può distrarre, due anni fa mi sono ritrovato anch’io in questa situazione. Biglia, De Vrij, Felipe Anderson devono lasciare da parte le voci di mercato, altrimenti si cade in una spirale di critiche che non fa bene ai singoli giocatori e alla squadra.

Il mercato di gennaio è un elemento di disturbo?Per me personalmente no, questo periodo c’è, bisogna conviverci e bisogna saperlo mettere da parte senza farsi influenzare.




La frase post-derby è stata un autogol nella tua stagione?Ormai è acqua passata, ho saltato il Crotone e ora dobbiamo lavorare per la conquista del nostro obiettivo che è il ritorno in Europa League.




Qual è il tuo sistema di gioco preferito?Negli ultimi anni ne ho ricoperti diversi, io penso a dare sempre il massimo con tutti gli allenatori che ho avuto, mese dopo mese saper cambiare sempre posizione in campo è sicuramente positivo per un allenatore, ma per un giocatore richiede un surplus di concentrazione, sapendo interpretare i vari ruoli. A me fa piacere che l’allenatore ha fiducia in diversi ruoli, non so dove giocherò domenica ma sono sicuro di voler dare sempre il massimo.




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